di Elena Favazzo
Se il letto diventa centro di smistamento emotivo, vale la pena fermarsi a riflettere su come e quanto influenzi le nostre vite. «Penso che il sesso conti nella vita di ciascuno in maniera diversa, con un diverso peso. Il desiderio sessuale è molto soggettivo ed è spesso mosso da situazioni sociali e relazionali diverse. In Italia, ad esempio, è vissuto in maniera completamente diversa che in altri stati; siamo un paese ancora molto influenzato dalla chiesa cattolica, spesso vediamo in malo modo chi vive la sessualità in maniera più spontanea, mentre in realtà è un istinto più che naturale e primordiale; non c’è nulla di sporco nel provare desiderio sessuale o semplicemente nella sensazione di voler provare piacere anche con se stessi e col proprio corpo, quindi nella masturbazione». Nel caso dei sex toys, come dimostra una ricerca effettuata dall’Università dell’Indiana, chi li utilizza migliora il proprio rapporto con la sessualità, si lubrifica maggiormente, soffre meno il dolore durante la penetrazione, raggiunge più facilmente l’orgasmo e in definitiva, riesce a comunicare meglio con il partner e con il resto delle persone con cui interagisce. «Il tutto crea sicuramente un ambiente attorno molto più piacevole e rilassato e paradossalmente anche più produttivo ed attivo».
I numeri parlano chiaro: l’89% delle donne e il 95% degli uomini, dichiarano di praticare autoerotismo. La percentuale di donne che dichiarano di possedere ed utilizzare abitualmente sex toys varia sensibilmente a seconda del paese: in Italia parliamo del 27%. Di solito sono le donne a introdurre i sex toys nella coppia: 60% donne, 40% uomini. Le categorie più in voga sono: geisha balls (25%), per la coppia (25%), vibratore G spot (20%), vibratore rabbit (20%), cosmetica (10%). LELO, Love To Love, Fun Factory, Swan le marche più vendute.
Gli obiettivi
Marta ha scelto la sua strada, prefissandosi obiettivi precisi: «spero di poter continuare a lavorare nel campo del design dei sex toys oltre che nel campo della divulgazione. Disegnare dei sex toys in grado di soddisfare le donne e gli uomini sia sotto l’aspetto fisico che sotto l’aspetto estetico, quindi disegnando oggetti che svolgano la loro funzione ma che evidenzino anche una bella estetica. Soprattutto spero di potermi avvicinare a quelle donne e uomini che hanno vergogna o timore di scoprirsi, di scoprire la loro sessualità». Uscire dal “blackout” sessuale è possibile, soprattutto se si è chiari col partner. Rivolgendosi alle donne Marta consiglia: «una volta capito come ottenere piacere, relax e pace, le direi di regalarsi un gioco adatto alle sue esigenze. Nel caso di una donna con un partner, le direi di parlare di cosa vuole, delle sue fantasie, dei suoi desideri nascosti con il suo partner, ma di parlarne serena, perché spesso si possono scoprire cose piacevoli e soprattutto desideri comuni».
Elena consiglia: Dieci risposte contro il blackout sessuale
IN SEX OUT, Whilhelm Schmid affronta uno dei temi più focalizzanti del sesso stesso, ovvero la sua assenza. Uomini e donne, in egual misura, sono alla continua ricerca del piacere, ma quando questo sembra venire meno, ecco che la domanda «Che fare?», diventa inevitabile. Per ovviare al “blackout” sessuale, l’autore propone 10 possibili risposte. E la filosofia diventa un’arma seducente.Parità tra i sessi? Dallo scontro concettuale, sul piano dei «diritti, dignità e opportunità», la parità è indiscutibile. Questo non significa negare le differenze, ma riconoscere e accettare le disparità e le disuguaglianze, per imparare meglio a comprendere l’altro. Comprendere l’altro. Le donne sono più brave in questo. A differenza degli uomini, attingono costantemente, per vizio di forma, all’ermeneutica, cioè l’arte di interpretare e comprendere situazioni, segni e segnali. Non bisogna disperare: è una capacità che può essere acquisita. Piacersi. E piacere. Basta un accento per darsi il giusto tono. Perché di quello si tratta: canalizzare i pensieri positivi, senza rinnegare i sentimenti negativi. Dal confronto con questi ultimi traiamo la forza purificatrice, catartica, della tristezza e del pianto. Bisogna imparare a far sesso. Come? Coinvolgendo tutti e cinque i sensi. L’erotismo è un gioco di possibilità, «e riesce meglio quando lo si gioca senza altri scopi». È fondamentale imparare a capire qual è il momento giusto, senza cedere alla fretta di dar sazio ai propri bisogni individuali. Ma il sesso non è sempre ingenuo. Esso viene definito come un «generatore di potere»: potere significa disporre di possibilità. Il sesso può coincidere con l’esperienza di potere. Soddisfare il desiderio di piacere implica affermare il proprio potere sull’altro. C’è anche un sesso diverso. Un«sesso alternativo» da soli o in due, che non implica una terza, una quarta o una quinta persona. Se l’erotismo tira in ballo tutti i sensi, allora privilegiando la sensibilità ogni sensazione diventa una potenziale occasione da cui trarre piacere. Sesso a pagamento? È una possibilità dell’arte di ricominciare, intrapresa più dagli uomini che dalle donne. Praticato dalla notte dei tempi, ha avuto la sua evoluzione mantenendo intatta l’illusione di potere esercitata dal cliente. Sesso virtuale? Si evita il faccia a faccia, alla ricerca di «sesso mentale»: nulla di più semplice. Ma anche questa forma ha i suoi limiti, e si rischia di soffrire se non si distingue il buon sesso, che da felicità, dal sesso qualunque. Coltivare l’amicizia. Cioè lo stare insieme anche senza il contatto fisico. Un amico, un’amica, ci consola. Si condividono i momenti belli come quelli brutti. L’amicizia raramente prevede la presenza del sesso, per questo motivo la relazione risulta molto più rilassata. Anche se, volendo, potremmo provare con un’amicizia erotica. Il sesso è davvero importante? È davvero fondamentale? Una cosa è certa: il sesso è bello, «molto bello, la bellezza assoluta della vita». Ma non per tutti. E se c’è chi lo vive come un obbligo, allora il sesso ha anche la funzione di distruggere le relazioni. Bisogna dunque trovare il giusto mezzo, il compromesso.
immagini tra le pagine: (in alto a sinistra) foto di Sara El Beshbichi, (in basso a sinistra) foto di Carlo Mari, (al centro) performance feb.2015, Milano.