27°, una buona temperatura. Sono le 23.15 e la finestra è aperta, fuori si sentono poche macchine passare.
Lucia è in bagno, sta finendo di fare la doccia.
Fabio è in camera da letto, sdraiato. C’è solo la luce dell’abat jour a illuminare la stanza, è una luce giallina, fioca.
Accanto a lui delle cuffie bluetooth e il telefono di lei. Li ha messi lui li, diligentemente e con un piano ben preciso.
Intanto sta scorrendo facebook senza nemmeno effettivamente guardare ciò che gli passa sotto gli occhi, è in attesa che lei arrivi.
Quando sente la porta del bagno aprirsi, lascia il telefono sul comodino e aspetta.
Lucia è nuda, lui la guarda un attimo e mentre sta per fare il giro del letto le dice “Ferma! Vai a prendere le tue scarpe alte, le più alte, quelle nere”.
Lei si ferma al primo ordine, si gira e quando lui finisce la frase esce dalla stanza.
Va abbastanza in fretta a recuperare quelle scarpe e prima di superare la soglia della stanza le indossa.
Entra in camera disinvolta, lui adesso è seduto ed ha in mano cuffie e telefono di lei. Le dice “Mettile, scegli la playlist, balla”.
Lei lo fissa un attimo. Le torna in mente limpida l’immagine di quando da bambina stava ballando in mezzo a tanti adulti, tutti molto alti per lei, aveva 5 anni per cui sembravano dei giganti, e a un certo punto le si forma un grande cerchio di persone attorno che la guardano.
La scena, vista da fuori, è quella di una bambina di 5 anni, un po’ paciocca, rotanda come i bambini a quell’età, che balla. Una cosa tenera, carina, divertente. Ma no, non per lei. La vergogna quella volta la ha assalita e da allora, per lei, ballare è qualcosa di traumatico, soprattutto se davanti a della gente.
“Provo vergogna” dice lei. Lui è rigido, non vuole discutere, ha solo voglia di vederla ballare per lui, ballare in maniera spinta, come ogni tanto le è capitato effettivamente di fare, ma in situazioni dove in pista si sta così stretti che è impossibile in realtà ballare davvero. In quelle occasioni effettivamente lei un po’ si lascia andare.
Fabio preme play ma lei resta immobile. Le viene quasi da piangere, non vuole deluderlo ma la situazione è stressante davvero.
Poco dopo Fabio prova un attimo di tenerezza nei confronti di Lucia e le propone di girarsi, forse non guardandolo potrebbe lasciarsi andare.
Passa il tempo di una canzone, un tempo che a lei sembra infinito.
Ogni tanto un piccolo un movimento.
Quando la seconda canzone inizia, anche lei inizia un po’ a dondolare e a muovere il culo. Si gira verso di lui più volte in quel lasso si tempo. Lui è li, aspetta.
Lucia si gira nuovamente dandogli le spalle e piano piano si sblocca.
E’ delicata nel muoversi e lui nota ogni singola ombra su di lei. Mentre balla è bella. Per altro lo sa fare, e bene, anche se si vergogna e lui lo sa, per questo vuole vederla, vuole vederla anche così… porca.
Piano piano i movimenti si ampliano, anche le mani iniziano a muoversi, non più solo i sinuosi fianchi.
La luce le sottolinea bene le curve della vita, del culo, dei polpacci. I capelli ancora bagnati le si muovono lungo la schiena amplificandole le curve.
Ora è meno rigida, si è lasciata andare. Ogni tanto riesce anche a farsi cadere in giù, aprendo le gambe e mostrando meglio al curva della schiena.
Alla terza canzone riesce anche a girarsi verso di lui. Si sta sbloccando del tutto. E’ ancora timida in viso, ha lo sguardo basso e la bocca serrata, ma lui non ha fretta, sa benissimo cosa può diventare lei.
Finalmente è nel mood giusto, i suoi fianchi fanno dei movimenti più ampi, le sue braccia si sfiorano il seno.
Lui è eccitato e lei lo vede, questo la eccita ancora di più.
Fabio è soddisfatto, ha quasi ciò che vuole, sa che manca poco.
Decide infatti di non restare più seduto. Si alza dal letto e si sdraia per terra, tra le gambe di lei.
Gli altissimi tacchi sono all’altezza dell’ombelico di lui che dal basso vede bene tutto. Lucia squotta, poi si alza, continua a toccarsi, lo guarda, balla. Le poggia le mani sulle caviglie, mentre lei continua a ballare ormai disinvolta. Lui non sente niente, la musica è solo per lei. Non vuole lasciarsi distrarre da alcun ritmo, vuole godersela.
Poco dopo le si abbassa su di lui e si mette a cavalcioni, si struscia sui boxer… è bagnata.
Non si lascia andare però e gli fa segno di alzarsi e rimettersi sul letto. Lui si sdraia nuovamente comodo, lei ha uno sguardo diverso adesso…quello che cercava lui.
Ha ottenuto ciò che voleva.
Appena lei è li, con lo sguardo basso, gli occhi fissi e ammiccanti su di lui e la bocca leggermente aperta, le ordina di salire sul letto.
Lucia fa 3 piccoli passi, camminando con eleganza su quei tacchi e poi gattona sul letto, senza togliere le scarpe. Quando è praticamente su di lui, lui la ferma, le toglie le cuffie e le poggia sul comodino. Si alza dal letto avvicinandosi alla poltrona su cui ci son i suoi vestiti, sfila la cintura dai jeans, la piega in due facendole sentire il “tac”… intanto lei percepisce cosa sta per accadere.
Lucia in tutto ciò era a 4 zampe e dava le spalle alla scena di lui con la cintura, non vedeva.
Fabio le si avvicina, impugna bene la cintura e le da 6 colpi forti, molto forti, tanto che scivola sul letto. In pochissimi secondi la temperatura sembra essersi alzata di 10°.
Ora lui è fermo e aspetta che lei si rialzi.
Non ci mette molto e nel giro di qualche secondo è nuovamente a 4 zampe, nuda, con solo le scarpe.
20 colpi ancora, meno forti ma comunque tosti. Non le lascia secondi per respirare tra un colpo e l’altro.
Lei ricade giù sul letto. Si rialza e ancora 20 colpi, forti, come prima.
Sente meno dolore però e intanto è completamente bagnata.
Fabio in tutto ciò non dice nulla, nemmeno una parola.
Dopo questi 46 colpi lei si gira per guardarlo e vede che lui è eccitato. Si rigira ancora con la testa rivolta in avanti e arrivano gli altri colpi, che però non conta…
Saranno stati forse altri 50, ma talmente forti che non sentiva più nulla.
Finiti questi colpi lui le sfiora il culo, che ormai è completamente rosso e caldissimo.
“Girati” le dice. Lucia si gira e con lo sguardo basso lo guarda; “Vai a prendere le manette” aggiunge dopo lui.
La ragazza scivola giù dal letto e a 4 zampe va a prendere le manette. Le riporta a lui in bocca.
Fabio le prendere, le apre e gliele mette ai polsi, dietro la schiena. Lei è in ginocchio.
Subito dopo lui si alza, va verso il grande comò che hanno in camera, apre un cassetto e tira fuori un cofanetto dal quale estrae un collare in cuoio nero. Mentre lei è ancora in ginocchio glielo mette al collo, prende poi un cane (una bacchetta rigida di legno di bambù) e le da 10 colpi sulle cosce.
Nemmeno un minuto dopo le appaiono 10 distinti segni orizzontali sulle gambe.
Fa male, ma è li per lui.
Non dice nemmeno mezza parola, se non dei lamenti per il dolore.
10 colpi ancora… fa ancora più male, urla.
Dopo questi ultimi colpi ha un attimo bisogno di riprendersi. Lui si abbassa, le prende il collo e la bacia poggiando poi la fronte su quella di lei, sussurrandole “Adesso iniziamo”.
Lei è forse esausta, ma eccitata. Lui le da tutto il tempo di cui ha bisogno per riprendersi dalle quasi 100 cinghiate e dai 20 colpi di cane.
Passano pochi minuti quando lui le prende la faccia con le mani, vicino alla bocca, e le preme contro le guance, per farle aprire i denti.. lei inizialmente esista e serra, poi si lascia andare. Apre la bocca.
Lui si alza e le mette il cazzo in bocca. Lucia ha ancora le mani dietro la schiena e viene spinta, dalle mani di lui, a prenderlo fino in fondo. Le scendono due lacrime ma lui continua per almeno 5 minuti.
Quando smette si ricompone e la lascia li per terra in ginocchio, la fissa e le dice “Ti aspetto in bagno, tra un minuto esatto” e va.
1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9… lei conta, a 45 secondi si alza stando attenta a non cadere, cammina lenta per evitare di scivolare per via dei tacchi e le mani legate dietro la schiena. A 58 secondi è sulla soglia del bagno. 60! Entra.
Lui è li, fermo, in piedi. Lei indica di avvicinarsi, le toglie le manette e le ordina di togliere i tacchi ed entrare in vasca.
Lucia lo fa senza fiatare. La vasca è calda, lui aveva aperto l’acqua e scaldato la superficie. L’acqua ora è chiusa.
La ragazza è in ginocchio dentro la vasca. Ha capito. Si gira verso di lui e aspetta.
Poco dopo lui le piscia addosso, lei viene scaldata dal calore di lui che le ordina “falla anche tu”.
E’ timida e non riesce facilmente, ma con qualche secondo di ritardo ce la fa.
Lui finisce e poco dopo anche lei.
Quando anche lei ha fatto Fabio le dice “lavati, ti aspetto a letto”.
Lucia si fa una doccia in fretta e va in camera, questa volta senza scarpe e senza manette, è libera, indossa solo il collare.
Fabio è sul letto, nudo ed eccitato.
Le fa segno di salire. Quando è su l’acchiappa per i capelli e glielo mette in bocca. Lei sente ancora il sapore di prima, va avanti.
Succhia. Il ragazzo continua a tenerla per i capelli. La tira in su, la guarda in faccia e poi e la spinge verso le palle. Lei lecca e lecca bene, non lasciando nemmeno un cm.
Torna poi sull’asta, intanto lui ha completamente staccato le mani da lei.
Lucia continua a succhiare, mandandolo giù fino in fondo. Non ci mette molto a venire.
Quando ha finito la riprende per i capelli e la poggia sul suo petto abbracciandola, toccandole il culo con la mano e sentendo ancora il caldo delle cinghiate.
Si addormentano.
La mattina dopo è Lucia a svegliarsi per prima. Con ancora il collare addosso va in cucina e prepara su un vassoio un barattolino di yogurt, dei cereali a parte, un plumcake e un bicchiere di succo di frutta all’ananas.
Lo porta in camera e lo poggia a terra. Sveglia Fabio con un bacio e sfiorandogli il viso “E’ pronta la colazione Signore” dice. Lui sorride, si alza e lei gli poggia il vassoio sulle gambe.
Torna in cucina e prende una ciotola con del latte, va in camera e si mette a terra, a 4 zampe.
Quando entrambi finiscono lui le dice di avvicinarsi. Lei si mette sul fianco del letto in ginocchio; le toglie il collare, lo avvicina alla sua bocca e lei lo bacia. Lo ripone nel cofanetto e le dice “metti a posto”. Lei prende il cofanetto e si alza riponendolo al suo posto, si riveste prende il vassoio, la ciotolina e va in cucina.
Tutto torna come prima.
Lei va in ufficio, lui va dai clienti.
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Foto di Guido Cantone Soggetto Marta Santospirito