Un nuovo ospite con un nuovo racconto.
Questa volta tocca a Cristina.
Vi auguriamo insieme una buona lettura.
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Le clamp sulle mie labbra calde scoprono il mio sesso umido. Sono vulnerabile agli sguardi che mi fanno arrossire: il piccolo pubblico potrà godere della mia intimità inumidire il pavimento.
Sono ospite del teatro erotico che ho sempre desiderato. Erich mi ha legata e costretta a guardarlo mentre s’intrattiene con Mark. Lo tortura e lo scopa. Lo deride e lo spinge al godimento nella vergogna.
La bocca di Mark aperta in gemiti feroci diffonde la lussuria dei colpi di bacino di Erich. Il suo retto s’allarga in spasmi intorno al cazzo che lo penetra con brutalità. I muscoli della sua schiena si contraggono nel piacere. Si sentono solo urla e il rumore umido del lubrificante alle botte dell’impeto di Erich.
I miei capezzoli s’inturgidiscono davanti a tutti. Mi bagno.
Il mio clitoride freme per un tocco che non arriva. La mia pelle si scalda in suppliche di godimento. Il senno annega nella passione.
Erich esce gocciolante da Mark, che è a terra, affamato dell’orgasmo che non gli è stato concesso. Il sadico mi ordina di pulirgli il cazzo con la lingua. Il pubblico, ormai indurito d’eccitazione, sogghigna nel vedermi gocciolare finalmente sul pavimento.
Finito il mio compito, vengo di nuovo lasciata alle mie brame decorate d’imbarazzo.
Tagli sulla schiena, calci e colpi di bastone. Il viso di Mark è rigido di dolore e dolce di godimento. Il suo corpo prega insaziabile di essere ricoperto di atroce frenesia; il suo cazzo eretto vuole essere stretto e sfregato fino a schizzare.
Lo sguardo di Erich è di ghiaccio bollente, le sue labbra sono tese nel riso di un angelo menzognero.
Soffro di desiderio. Non m’importa più degli estranei. Il mio pensiero lo implora di penetrarmi e spingermi dentro fino alla sofferenza. Voglio le sue unghie stringermi; il sangue che cola sui miei fianchi; i suoi morsi sui capezzoli.
Fammi urlare di piacere incontrollabile. Affonda i tuoi denti nel mio collo e la tua lingua nella mia bocca, falle cercare e rapire la mia anima. Voglio sentire i miei seni che si agitano ai colpi della tua passione. Strozzami col tuo cazzo per il tuo unico piacere.
Desiderio e disperazione. Fame e follia.
Sta osservando soddisfatto Mark abbandonato sul pavimento: lui trema ancora di estasi e geme silenziosamente.
Erich rivolge a me il suo sguardo. Si avvicina e mi slega.
Ti prego, soffocami sedendoti col tuo sesso sul mio viso, penso, voglio svenire tra gli odori della tua eccitazione.
Fammi leccare il tuo cazzo.
Fammi leccare i tuoi piedi.
Fammi implorare per un dito dentro di me.
Devo masturbarmi da sola, dice, mentre lui mi guarda soltanto. Non scoperà una schiava.
Arrossisco di nuovo. Non voglio cedere a quest’ordine indignitoso, ma esplodendo di brama non posso che iniziare a toccarmi.
Gemo guardando in basso. La sua mano mi alza il viso. Mi accarezzo, mi schiaffeggio il clitoride, mi penetro. Il mio corpo si muove sinuoso sotto il suo sguardo. I suoi occhi mi dominano. Vorrei baciarlo e aspirare il suo fascino diabolico, privarlo del potere che ha su di me. Allo stesso tempo, lo adoro nella sua perfida sensualità. Godo nell’imbarazzo e lui se ne alimenta. Esplodo nell’orgasmo, gli schizzo addosso. Vorrei venerarlo, provocatore di passione. Vorrei sputargli sul viso, burattinaio della mia vergogna.
Lui si alza e ridendo esce di scena.
Mi copro con le mani e evito gli sguardi, ritirandomi in privato.
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