Dopo aver fatto un sondaggio sul mio Instagram ho scoperto che molta gente ha voglia di imbattersi in questo piacere… ma a parte gli abitué, molti hanno un po’ timore. Anzi, diversi timori.
Qual è la “paura” più frequente tra la gente curiosa ma che rinuncia?
- sporcare (che venga “fuori” sporco o che sporchi le lenzuola).
- che faccia male
- che ci faccia percepire come “sottomesse/si”
L’elenco qui sopra è messo praticamente in ordine di diffusione, per cui è più facile trovare gente che dica di aver timore di sporcare, per lo meno questo per quanto riguarda la mia ricerca personale. Non ho trovato molte statistiche in giro sull’argomento sesso anale.
Sicuramente la possibilità di sentire dolore blocca moltissima gente, gente che magari non ha mai provato e quindi si preclude l’esperienza a prescindere, ma blocca anche molta gente che ha provato una o due volte e ha sentito dolore.
Il terzo punto è meno frequente, ma comunque diffuso. Sia uomini che donne dicono di non voler nemmeno provare per non risultare “sottomesso” al partner, che sia abituale o occasionale. Questo credo sia una particolarità dovuta soprattutto al contesto storico e a retaggi culturali.
In generale la sodomia non è mai stata ben vista, addirittura secondo Freud l’unico modo per vivere la sessualità era la combinazione pene-vagina.
Se pensiamo all’origine del termine sodomia vediamo che si tratta di un termine legato alla religione, utilizzato per caratterizzare alcuni atti sessuali. La parola deriva infatti dalla storia di Sodoma e Gomorra raccontata nel libro della Genesi della Bibbia.
In alcune epoche vigevano addirittura leggi che proibivano il sesso anale. Vennero fatte le cosiddette leggi sulla sodomia e in molti paesi criminalizzavano anche altre attività sessuali disapprovate, arrivando a includere addirittura la masturbazione.
Ma analizziamo questi tre punti con più profondità…
“Non faccio sesso anale perché ho paura di sporcare e mi vergogno”
Non ho affrontato questo argomento solo con conoscenti, ma anche con persone che mi chiedono consigli tramite mail, blog e instagram e ahimè è un dispiacere sapere che esiste gente che si blocca per un simile “problema”.
Le soluzioni sono infinite, sappiatelo!
La più diffusa pratica è il clistere, o la peretta.
Acqua calda, la temperatura deve essere tiepida, se ci mettete un dito non dovete scottarvi.
Sale, poco poco.
Olio.
Io a volte aggiungo proprio del lubrificante siliconico, ma è opzionale.
Come sono opzionali anche sale e olio, io li metto solo se faccio un clistere da 1 litro e mezzo.
Se fate la peretta, che quindi ha una quantità d’acqua spesso sotto il mezzo litro, pulite il tratto finale, proprio la parte dove entrerà il pene o il sex toy che volete inserire. Potete anche farne due di fila se volete proprio essere sicurissimi.
Spesso questa soluzione è un buon modo per acquisire sicurezza e per sentirsi più tranquilli.
Un’altra soluzione è usare un lubrificante siliconico anziché ad acqua, si porta dietro meno “roba”.
Consiglio extra per il clistere, tenete l’acqua dentro per qualche minuto, distesi sul fianco sinistro.
“Non faccio sesso anale perché fa malissimo”
Il dolore è soggettivo chiaramente, non esiste una scala comune per definire i gradi di sopportazione. Se chiedessimo ad un masochista magari ci risponderebbe che ama la cosa proprio per il dolore in se. Ma è anche vero che il mignolino contro lo spigolo non piace nemmeno al miglior masochista del mondo!
Anche in questo caso le soluzioni sono infinite.
Provate da sole/i. Giocate prima con le vostre dita. La dimensione non dovrebbe essere un problema, come dice spesso un mio carissimo amico “Escono da li cose ben più grosse”.
Prendere dimestichezza con il vostro muscolo anale, fategli le coccole, lo sfintere anale esterno è vostro amico.
Tante volte c’è semplicemente bisogno di prendere familiarità con il proprio ano, come in generale con il proprio corpo.
Il passo successivo potrebbe essere prendere un dildo di piccole dimensioni e giocacciarci un po’. Sempre con del buon lubrificante, così che scivoli bene e non vi dia noia. La secchezza non è amica in questi casi, e spesso è una delle fonti principali del dolore.
Un altro sistema, un po’ più “avanzato” è usare il plug o diversi plug.
Un plug non è altro che un oggetto a forma di picca. Lo potete vedere in foto.
La cosa importante è che abbia una base esterna abbastanza grande da non essere letteralmente succhiato.
La parte alla base, poco sopra la base che resta esterna, può avere diverse misure, che vi consigli di valutare. Se decidete di giocare davvero con lo sfintere, conviene prendere un set da almeno tre plug in cui quella base varia, dalla piccina alla grande.
Se poi vi interessa anche provare diverse dimensioni di plug (parlando di dimensioni della parte più in alto), quello può essere interessante per provare sensazioni come il senso di pienezza, che può essere un importante gioco da fare con il partner ad esempio. Ma questa è un’altra storia, oggi ci fermeremo allo sfintere.
“Non faccio sesso anale perché il mio partner potrebbe pensare che mi piace essere sottomessa/o”
Questo è un retaggio culturale. Associamo il sesso anale con il concetto di sodomia che viene da epoche precedenti alla nostra, epoche dove appunto era addirittura punito severamente l’atto, come scritto sopra.
Ma no, non significa in alcun modo essere sottomessi. Chiaro, non ci pone in una situazione di dominanza, ma non per forza dobbiamo collegare l’atto in se a qualcosa che ci pone come “sotto”.
Se poi vogliamo di parlare di sottomissione, ciò che ci fa apparire sottomessi a letto è ben altro, non solo renderci disponibili analmente.
In questo caso il blocco è solo principalmente psicologico e forse andrebbe analizzato meglio.
Il blocco più grosso, in generale sull’argomento sesso anale, è però socio-culturale.
Superare il tabù in se sarebbe il primo passo, quello più grosso. Credetemi, c’è gente a cui do consigli spesso sull’argomento, il più delle volte basta chiacchierare un po’, tranquillizzarle, far capire loro che non c’è nulla di male!
La capacità di abbandonarsi e provare mi rendo conto non sia da tutti, se non vi sentite pronti non fatelo, cercate di farlo in un momento in cui vi sentite tranquilli, anche perché fare un’esperienza poco carina vi porterebbe solo a togliervi una bella possibilità e vi precluderebbe il divertimento la volta dopo.
Vi ricordo anche che l’orgasmo anale esiste, solo che bisogna imparare a gestire il proprio corpo e le proprie sensazioni.
Uomini, sappiate che provare non vi renderà meno “maschi”, se è questo che temete. La prostata è un punto molto interessante per voi e se stoccacciata ben bene può regalarvi sensazioni bellissime. In più stimolare la prostata diminuisce il rischio di tumore.
In generale esplorate il vostro corpo, non lasciate da parte qualche possibile porta da aprire per godervi un nuovo orgasmo.
Donne, cosa dirvi… imparate un po’ a conoscervi, esplorate il vostro corpo!
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Le foto:
In alto Gabriele Rigon
In basso e in copertina Carlo Mari