Un nuovo racconto erotico di Samar.
Crudo, irruento, bestiale…
Se volete leggere il suo primo racconto lo trovare qui:
Continui a pretendere le mie preghiere, minacci di fermare il tuo impeto se non ti adorerò come un dio.
Vi auguriamo insieme una buona lettura e…
siate forti di stomaco perché le sue parole graffiano.
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Mordo il suo collo e sento il sapore di chi abita le notti del deserto, il suo corpo una seta tesa a spezzarsi.
Sono crudele, e una pelle così bianca chiama la mia offesa: stringo la cinghia nel pugno e ne offro generosi schiocchi al mio nemico. Uso la fibbia e, mentre la sua pelle s’imbrunisce di sangue, il suo viso resta congelato in un silenzio saturo di provocazione.
Affronto il disordine dei suoi capelli neri per incontrarne il collo caldo, lo carezzo dolcemente con il pollice per poi stringerne lo scalpo e trascinare il suo viso sul mio petto, lungo il mio ventre, fino al mio sesso.
Lui se ne impossessa a gran boccate, avido come d’ossigeno, naufrago nel suo desiderio.
È una bestiola audace e voglio appagarmi della sua resa: lo costringo carponi, le natiche alte come un animale in calore. Seggo e pregusto.
Ancora la mia cinghia si abbatte sul suo tergo, mentre la mia mano sinistra abbandona i suoi capelli per solleticarne la schiena lesa.
La luna balla crudele tra quelle ferite rilucenti, istigandomi a seguirla in quella danza.
Così il mio piede calca sulla belva, pesta gravemente ogni ferita fino a sottrargli certi insperati rantoli, che risalgono i miei nervi per nutrirmi di piacere, ispirando la mia cattiveria.
La mia mano scorre lungo le sue gambe forti, divaricandole con gesti gentili. Le carezze incontrano il suo sesso, rilassato ma oscenamente bagnato. Non manco di incriminarlo, godendo degli intimi spasmi provocati dalle mie canzonature.
Ordino al principe delle belve di divaricare le natiche per me, ma la mia richiesta torna in forma di stoico silenzio.
Il furore delle mie minacce spezza la pace della notte, ma non scalfisce la sua regalità.
Faccio per alzarmi, fingendo esasperata resa. Subito le sue mani nervose si apprestano a dividere la carne bianca, offrendomene il segreto spettacolo.
Dondolo il mio piede bagnato di sangue tra le sue cosce, inumidendo con il pollice la sua apertura. Premo contro la fossa vermiglia, penetrandolo dolcemente.
La mia voce lo invita a proseguire il mio lavoro. Esita, la mia voce si fa rabbiosa e la mano corre alla cinghia, ma subito sento l’intimità del mio sfidante avvolgere più profondamente il dito del mio piede. Vi si dondola contro con rabbiosa fermezza, soffiando tra i denti gemiti sommessi. Deridendolo, accompagno lo stupro con le mie spinte. Decido di impugnare la cinghia a suo favore, offrendogli colpi decisi che lo accompagnino all’orgasmo.
La creatura cessa il ringhio per gemere ad ogni affondo che la punta del mio piede offre a quel buco impudico. Forzo il mio ingresso, lui urla. Scarica. Singhiozza. Si lascia cadere.
Il suo corpo esausto riposa azzurrognolo, la mia ombra lo nasconde ai bagliori della notte.
Il mio tesoro saccheggiato, il mio segreto sporco.
Pulisco il piede sulla sua guancia bianca, mi sbircia con lo sguardo di un assonnato. Non mi appartiene più, fino alla prossima notte.
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Il dipinto in alto è di Johann Heinrich Füssli, si chiama l’incubo.
[…] Un nuovo racconto erotico di Samar.Se volete leggere il suo primo racconto lo trovare qui:Continui a pretendere le mie preghiere, minacci di fermare il tuo impeto se non ti adorerò come un dio.La sua intervista la trovate qui. Il suo secondo racconto lo trovate qui. […]