Ormai quasi 3 anni fa feci già una prima intervista legata la BDSM ad Ayzad.
A distanza di questi 3 anni ho deciso di approfondire tramite questo blog l’argomento sadomaso.
Come ho già scritto e sottolineato qualche volta, moltissimi miei racconti hanno dei chiari riferimenti al BDSM.
Ho deciso infatti di fare interviste a vari esperti del settore e non solo.
Qualche mese fa ho pubblicato l’intervista di Anna, ragazza disabile e mamma di Ahh sì, uno shopping on line di sex toy e oggetti per il bdsm.
Qualche settimana fa ho pubblicato anche l’intervista di Shakner. Organizzatore del Sadistique, play party milanese, whipper e Master di grande classe.
Oggi scopriremo insieme chi è Claire Delacroix.
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Chi è Claire Delacroix e come si è avvicinata al bdsm?
Claire Delacroix è la conseguenza spontanea di un lungo parto e una profonda presa di coscienza.
Riconosco di aver avuto un carattere piuttosto deciso fin da piccina, quando a scuola mi divertivo a capeggiare lo squadrone delle femmine contro quello dei maschi, determinata ad ottenere la loro resa e sottomissione a noi. Nell’adolescenza ho scoperto, come la gran parte delle ragazzine a quell’età, l’arte della seduzione, e con quella ho capito che anche i piedi avevano una certa valenza, il che mi ha portata a sperimentare il foot fetish. Da lì è stato un rapido crescendo: dall’acquisto della prima frusta, utilizzata su un amico d’infanzia, al primo strapon, giusto per provare, ma senza poi più lasciarlo (ora ne possiedo una discreta collezione di tutte le misure e le forme).
Infine il salto vero e proprio è avvenuto col mio trasferimento nella grande Milano, dove in breve tempo Claire Delacroix è venuta alla luce, con forza e determinazione, e dove sicuramente ho trovato terreno fertile per la mia crescita e le mie esplorazioni continue.
Oggi Claire Delacroix è una Mistress internazionale, che sta allargando senza sosta i propri orizzonti verso pratiche e paesi in cui realizzarle, sempre con la passione che mi ha contraddistinta fin dal principio e con la soddisfazione che me ne viene dalla dominazione, specialmente del genere maschile.
Una cosa che ti contraddistingue molto è l’eleganza, sia nell’abbigliamento, che nelle movenze. Sei sempre stata così carica di charme o avvicinarti al bdsm e alla figura della Mistress ti ha spinto verso questo atteggiamento?
L’eleganza penso sia una dote innata. Sicuramente essere Mistress mi ha permesso di esprimerlo sempre di più anche attraverso una ricerca estetica, ma lo sono sempre stata.
Personalmente io non amo la volgarità in nessuna forma e ritengo che eleganza e femminilità siano qualità imprescindibili come donna e ancor più come Mistress: la Dominante deve curare se stessa a partire dai modi e dall’incedere per affermare una sempre maggiore naturale legittimazione alla dominazione.
Così come anche la cultura. Vi riuscite ad immaginare dinanzi ad una Mistress per la prima volta e questa appena apre bocca non sa nemmeno parlare un buon italiano? Vi assicuro che il pathos di quel momento svanirebbe in un attimo…
In tre parole, come descriveresti la figura della Mistress?
Dominante, Emozionante, Responsabile.
Una Mistress è prima di tutto una Donna, con tutte le sue necessità e peculiarità. Nel contempo è un essere a cui piace Dominare e per la quale si sente predisposta. La Dominazione è chiaramente un’arte che è volta a suscitare intense emozioni, ed è per questo che viene ricercata, sia da dominanti che da sottomessi. Il o la Dominante però non può essere scevra dal rispetto della persona – o delle persone – che si ha davanti e deve essere consapevole di eseguire dei giochi che possono essere rischiosi sotto il punto di vista psicologico e fisico, e quindi essere responsabile del proprio operato sempre.
Una caratteristica che mi contraddistingue e che sento di aggiungere è l’umanità. Sebbene molte Mistress, un po’ per ruolo un po’ per snobismo, si ritengano eternamente su un piedistallo, ritengo che l’umanità e l’empatia giochino un ruolo fondamentale nel rapporto con l’altro. Quando parlo di umanità intendo anche umiltà, parola che purtroppo non trova spazio nel modo di essere di molte mistress, anche se spesso è segno di grande forza e sicurezza.

Cosa intendi per Dominazione e come questa si concretizza?
La Dominazione per me è fondamentalmente un momento di scambio di potere, nella quale ciascun componente legittima il ruolo dell’altro: il sottomesso cede il potere e il controllo di sé al Dominante e quest’ultimo se ne fa carico e lo gestisce. E questa è una definizione razionale e didattica.
Per dare un’idea concreta di quello che avviene nei miei incontri: A me piace intenderla così: io guardo il mio sottomesso negli occhi, e con il mio semplice sguardo gli faccio ben intendere che da quel momento in avanti lui non avrà più scelta e sarò soltanto io a decidere il suo destino. Il sottomesso ben accoglie questo ‘privilegio’ e si affida alle mie mani, e da lì si comincia. Entrano in gioco emozioni ed energia vitale e sessuale, che vengono orchestrate da me in una serie di pratiche che richiedono devozione, resistenza, obbedienza e, a volte, sofferenza.
Queste esperienze sono volte a trarre soddisfazione e liberazione nel sottomesso, che può appagare in questo gioco fantasie e piaceri e nel contempo scaricare una serie di tensioni, mentre la mia soddisfazione risiede nel poter fare di lui ciò che voglio e nel leggere la sua gioia mentre orchestro sapientemente le sue emozioni mentali con le sue reazioni corporee.
Se dovessi consigliare a un uomo curioso che vuole avvicinarsi al bdsm come sottomesso, quale pratica consiglieresti per iniziare?
Non credo che ci sia una pratica migliore di altre per iniziare, evitando ovviamente pratiche troppo estreme che potrebbero traumatizzare al posto di far vivere un’esperienza piacevole e gratificante.
Innanzitutto se un uomo si avvicina al Bdsm significa che ha sentito delle pulsioni che lo hanno portato a quel punto, e il mio suggerimento è quello di assecondare quegli stimoli come punto di partenza. Inoltre dovrebbe affidarsi ad una brava Mistress che gli faccia intraprendere il cammino della sottomissione, che è costellato da pratiche diverse che la Mistress, se preparata e con una certa esperienza, sa dosare e scegliere per lui, anche in base alle reazioni di quest’ultimo durante il loro momento di ‘gioco’.

Qual è la pratica più estrema che ti è stata proposta alla quale hai detto no?
Più che pratica estrema, mi sono state poste richieste deliranti che vanno oltre un gioco sano e consensuale, che è quello che pratico io.
Una fantasia – e dico fantasia perchè sono certa che anche chi l’ha proposta non avrebbe il coraggio di realizzare – è quella dell’evirazione. Ora, premesso che sarei perseguibile per la legge italiana e a prescindere da questo, metterei in pericolo la vita di una persona non avendo le conoscenze mediche atte ad una simile operazione, ma ancor prima non ne trarrei nessun godimento.
Chiariamo una cosa: il BDSM è un gioco di ruolo che può anche diventare uno stile di vita, ma le cui pratiche vanno confinate a luoghi e momenti. A me diverte moltissimo dominare e anche infliggere dolore, ma solo – e ripeto SOLO – se questo genera un certo piacere o soddisfazione anche nella persona con cui sto “giocando” in quel momento. Io non amo la violenza, anzi, ne sono assolutamente contro, e quel che la contraddistingue è la non-consensualità o il portare a limiti talmente estremi da essere irreparabili o irreversibili. Quello non è il mio gioco e non fa parte del mio piacere, di conseguenza mi rifiuto di praticarlo.
Sono più gli uomini o le donne a proporti di “giocare” insieme?
Generalmente sono gli uomini a ricercarmi maggiormente, ma la trovo una conseguenza fisiologica. Mi è capitato anche in molte occasioni di giocare con donne e devo dire che ne ho sempre tratto un discreto piacere anche se il gioco è differente, anche per conformazione fisica. Tendenzialmente però il mio pubblico base è maschile.
In qualità di Mistress, qual è invece la tua pratica preferita?
Questa è una domanda che mi fanno molti sottomessi. La mia risposta è sempre la stessa: io amo dominare, e lo posso fare in molte maniere diverse. Ogni persona che mi si presenta davanti è diversa e ha desideri o debolezze diversi, per questo provo soddisfazione quando riesco a leggere quella persona e a farle vivere un’esperienza unica che la colpisca e la appaghi, tanto quanto a me, con pratiche che gli si confanno. Per questo non vi è una pratica prediletta, ma un riuscire ad interpretare chi ho davanti e…vincerlo.
Da cosa si compone la borsa della Mistress?
Più che di strumenti, sicuramente di tanta empatia e creatività…o forse dovrei chiamarlo sadismo!
Sicuramente l’oggetto che non deve mai mancare è il collare: simbolo primo della possessione di un soggetto e della sua devozione a me. Poi non devono mancare strumenti per immobilizzare e qualche frusta per impartire disciplina e punizioni quando non vengono eseguiti in maniera corretta i miei comandi. Gli altri strumenti variano certamente da Mistress a Mistress e dalle pratiche che ciascuna sa o preferisce eseguire. Devo ammettere che più che borsa, io vado sempre in giro con una valigia carica…

Se dovessi consigliare a una donna il miglior modo per avvicinarsi all’ambiente come Mistress, cosa consiglieresti?
Questo è un tema delicato da affrontare con responsabilità. Quello di cui NON ha bisogno la grande famiglia del BDSM è di gente che non abbia consapevolezza di quello che fa e che possa mettere in pericolo altre persone e se stessa. Invece la nostra comunità è pronta ad accogliere persone attratte da queste pratiche e da questi ruoli, che abbiano l’umiltà e la pazienza di imparare attraverso corsi, workshop, il confronto con chi ha più esperienza, la frequentazione di feste a tema – chiamate playparty-, e la capacità di ‘ascoltare‘ chi si ha davanti e creare un momento di gioco appagante per entrambi.
Anche una prima lettura di diversi libri a tema in commercio, come quelli scritti da Ayzad, può aiutare ad avere un’idea più precisa e meno spaventosa o distorta del BDSM, che è invece un gioco di ruolo che se svolto consapevolmente, può dare grandi soddisfazioni e piacere a tutti quelli che ne prendono parte.