Dagli anni 20 a oggi… uno stile che avvolge il cinema, l’arte, la letteratura e la musica.
Nasce a Tokyo subito dopo la prima guerra mondiale e si chiama Ero guro, un fenomeno che pone l’accento su un erotismo composto da corruzione e decadenza.
Nel decennio tra gli anni 20 e gli anni 30 si ha una definizione del genere che poi si formalizza quando una donna nel 1936 soffoca e castra il proprio amante.
Solo con la seconda guerra mondiale questo tipo d’arte viene repressa per riprendere vita solo nel dopo guerra con la cultura manga e nella musica; proprio come un mostro o un demone, che sconfitto e relegato nel fondo dell’abisso riemerge dall’oscurità con nuove oscenità da mostrare al mondo.
L’Ero guro non mostra il lato sensuale dell’erotismo, svela il lato più scabroso e viscido, quello della decadenza sessuale e della violenza, rappresentando scene al confine fra il vero e la finzione tramite i punti di contatto con avvenimenti reali.
I protagonisti delle opere non sono solo persone ma anche rettili dal sangue freddo, aracnidi pelosi e velenosi, mollicce trasformazioni kafkiane di millepiedi e bruchi, e soprattutto i tentacoli, che compaiono per la prima volta nelle famose stampe Shunga, oggi di moda nella cultura hentai.

Gli esponenti di questo movimento trasportavano nelle loro opere il brutale decadentismo che il loro paese stava affrontando. Stupri, mutilazioni e crocifissioni a sfondo erotico sono solo degli esempi.
In una nazione dove la militarizzazione stava estendendosi a macchia d’olio, l’accoppiamento di sessualità e morte furono l’inevitabile risposta di un popolo che si stava preparando ad un enorme cambiamento, non solo politico ma soprattutto sociale, che comportava la nascita di nuovi pensieri, nuove idee e nuovi desideri.
In un mondo dove regnano le stranezze, più un’immagine è bizzarra e violenta, più questa viene apprezzata.
