9.35 Martina e Lui sono in aeroporto seduti ad aspettare di salire sull’aereo che li porterà a Praga da un vecchio amico.
Lei sta leggendo e ascoltando un po’ di musica, lui è sempre al telefono a sistemare problemi di lavoro.
“L’imbarco del volo n 8756 per Praga è aperto, si pregano i signori passeggeri di preparare le carte d’imbarco e presentarsi al gate 13”.
Entrambi sono pronti e a fine coda si mettono in fila anche loro per salire sull’aereo.
Durante il volo Martina dorme e quando riapre gli occhi sono praticamente arrivati.
Scendono dall’aereo, recuperano le valigie e si dirigono in albergo.
Come al solito lui non bada a spese e anzi quando arrivano in camera chiede a Martina se per lei la stanza va bene.
Perplessa come ogni volta risponde “Certo che va bene, va benissimo, fin troppo”. Il letto è enorme, anche il bagno lo è, e la vista è bellissima.
Lasciano in camera i bagagli ed escono subito.
Lei non ha mai visto la città e fanno un giro nel centro storico.
“A pranzo ci vediamo con Marco e la sua famiglia” dice lui.
“Marco è l’amico di cui accennavi ieri giusto” risponde lei.
“Lui, esatto.”
Martina non ha mai fatto domande, non chiede nulla su chi sia Marco e lui non capisce se lo fa per ingenuità o se non gliene frega assolutamente nulla, o chissà per quale motivo.
Alle 14.00 sono puntuali per l’appuntamento con Marco, Giulia e i loro figli Claudia e Alessandro.
Lui abbraccia subito Marco e Giulia, il loro atteggiamento è molto fraterno. I bambini saltano poco dopo al collo dell’uomo, come fosse uno zio.
“Lei e Martina” dice Lui.
Martina si presenta subito, prima a Giulia, poi a Marco e alla fine ai due bambini che dopo il grande abbraccio sono compostissimi.
Tutti e sei si siedono al tavolo e dopo qualche minuto ordinano.
“Di cosa ti occupi Martina” chiede Giulia.
“Organizzo eventi e faccio consulenze. Tu?”.
“Interessante” aggiunge Giulia “Io mi occupo di finanza”.
“Mamma devo fare pipì” dice sottovoce Alessandro.
Il bambino interrompe la conversazione perché deve andare in bagno, Martina sorride e Giulia lo accompagna.
Il pranzo va avanti.
Alle 15.00 il dolce è in tavola.
Quando stanno per finire Marco chiede cosa faranno nel pomeriggio.
“Andremo un po’ in giro a vedere Praga, Martina non l’ha mai vista” dice lui.
“Se vi fa piacere vi raggiungo dopo cena e andiamo su al castello, da li si vede tutta la città, e la sera è bellissimo”.
Martina risponde “Molto volentieri”.
A fine pranzo si salutano.
“A dopo” dice Martina, salutando Marco.
“A dopo” risponde lui.
Il sole è fastidioso, Martina non lo ama molto.
La città le piace molto, il centro storico sembra un villaggio di un film ed essendo appassionata di Art Noveau sembra un po’ una bambina nel paese dei balocchi.
Lui la osserva quasi come un padre osserverebbe la propria bambina e un po’ Martina per lui lo è. Hanno tanti anni di differenza e sono così diversi che per lui lei è un nuovo mondo. E’ romantico mentre la guarda.
Mentre passeggiano trovano anche il Sex Machines Museum e Martina si lancia dentro trascinandosi dietro lui.
Intorno alle 21.00 vanno a cena in un ristorante del centro e intanto sentono Marco che li raggiunge a fine cena.
“Marco ti andrebbe di fare da Cicerone a Martina?” dice lui.
“Non ci sono problemi, ma tu?” risponde.
“Io ho avuto un problema poco fa col lavoro e devo andare in albergo a sistemare un documento urgente, vi raggiungo dopo oppure aspetterò Martina in albergo”.
Martina lo guarda malissimo, non perché non voglia restare sola con Marco, ma perché non sopporta quando lui l’abbandona per il lavoro.
“Non guardarmi così Martina, magari ci metterò poco e sarò da voi a breve, altrimenti domani mi farò perdonare”.
Martina continua a guardarlo malissimo, ma chiaramente non può farci molto.
I tre escono dal ristorante, si salutano e Martina e Marco si dirigono verso il castello.
Le scale sono ripidissime e tantissime, ma la vista nel vale la pena in effetti; per altro non c’è nessuno, solo loro due, tre guardie e un’altra coppia di ragazzi.
“Peccato che ci sia poca gente a vedere questo bellissimo paesaggio”.
Martina è poggiata sul muretto e di colpo si gira e si siede.
“Vi conoscete da molto?” chiede.
“Si, siamo amici dal liceo, abbiamo fatto l’università insieme e poi ci siamo separati quando io sono venuto qui a Praga per seguire Giulia, voi da quanto tempo state insieme?”.
Martina risponde con un sorriso e del silenzio…poi…
“Non stiamo insieme, o per lo meno, sì, ma non ci definirei una coppia. Facciamo molte poche cose da ‘coppia’ e passiamo poco tempo insieme. Ci vogliamo bene”.
“E’ tenero e a tratti sadico quell’uomo” aggiunge Marco.
“Molto, per questo ci frequentiamo. Questa sua alternanza mi piace.”
Silenzio.
“So molto poco di lui in realtà, ci siamo conosciuti poco più di un paio di anni fa, ma quando stiamo insieme ci raccontiamo molto poco l’uno dell’altro, diciamo che ci viviamo entrambi il presente.”
I due iniziamo piano piano ad avvicinarsi, nonostante il discorso sia praticamente dedicato al grande assente.
Pochi secondi dopo sono così vicini che Martina sfiora le labbra di Marco.
Lui allunga la mano verso il fianco e la stringe a se.
“Ho condiviso molto con lui sai?” sussurra Marco.
“Ah si?” domanda con il suo solito sguardo Martina.
“Sì” risponde.
“E Giulia, Giulia cosa ne pensa?”.
“Giulia sa tutto e io so tutto di lei”.
Martina coglie il tutto e fa qualche calcolo, e ciò che sospettava non è altro che ciò che desiderava.
Sapeva perché era li, sapeva perché lui era rimasto in albergo con una scusa. Sapeva perché Praga e sapeva anche il perché della scelta improvvisa e dell’avviso la sera precedente rispetto al volo.
Tutto ciò nell’arco di pochi secondi.
Ribacia Marco e si accorge che attorno a loro restano solo le 3 guardie.
Apre le gambe e mentre Marco è praticamente vicino a lei gli prende la mano e gliela avvicina alla coscia. Lui coglie al volo e scivola la mano fino alla sua figa bagnata. E’ di spalle e le guardine non possono vedere la scena o capire cosa stia accadendo.
“Torniamo giù” dice lui.
Martina scende dal muretto e annuisce.
I due ripercorrono le scale e si dirigono verso l’albergo. Martina è un po’ confusa perché nella sua testa c’era un piano ben preciso e forse sta per cambiare.
Quando arrivano in albergo Marco non chiede nemmeno la chiave della camera.
Arrivano in ascensore e pigia il tasto 4.
“Ok, non è lo stesso della mia camera” pensa Martina.
Arrivati al piano vanno in camera e sono soli.
Martina è sollevata.
“Ti piacerebbe se ci fosse anche lui qui con noi?” chiede Marco.
“Affatto” risponde Martina, e lo bacia subito.
Marco la spintona sul letto e le sussurra “quanto sei troia”.
Con aria da maestrina lei risponde “Mi diverto… mi diverto tantissimo”.
Marco è un omone grande e forte, veramente imponente sia come atteggiamento che per via del fisico. E’ un padre e lo si percepisce molto bene da certi suoi atteggiamenti.
Questa cosa a Martina piace.
I due si rotolano sul letto quasi in una lotta, Martina gli impedisce i movimenti e si divincola… ogni tanto cede e si baciano come due adolescenti, poi con baricentro basso prova a ribloccarlo.
Così per mezz’ora finché entrambi sono sudati e sfiniti.
“Se piccina, ma forte” dice Marco.
Lei sorride e gli sfiora i boxer dove lui pulsa già.
Con una mossa sola Marco prende Martina e la ribalta spingendola contro il muro sussurrandole “Adesso siamo solo noi due, fammi vedere chi sei”.
Martina ha ancora su il vestitino e indietreggia mentre anche lui si allontana.
Ora lui è sul letto, mentre lei è vicino al balcone e con la tenda aperta. Tutti potrebbero vederla da fuori, anche il suo lui.
Questa cosa la eccita e decide di uscire sul balcone… Marco è fermo sul letto e da lontano la osserva.
Inizia a spogliarsi lentamente, si sente quasi una Lolita. Muove il culo lentamente e si sfiora con le mani il viso, il collo, il seno, i fianchi e poi chinandosi anche l’interno coscia. Scendendo prende il bordo del vestitino e lentamente lo alza per poi farlo cadere giù appena arriva all’altezza della figa.
Le mani tornano su lentamente, facendo il percorso inverso, quando sono vicine alle spalline le lascia cadere sui lati per poi far cadere del tutto il vestito atterra.
Ora è in intimo e si gira per dare un occhio se da fuori qualcuno la stia guardando. Qualche luce accesa qui e li. Persone visibili solo una e sembra proprio osservarla.
Martina continua nella sua danza e piano piano sfila anche il reggiseno voltandosi di schiena rispetto a Marco e mostrando il suo piccolo seno all’estraneo dell’altro balcone, anzi, ai due estranei che ora la osservano.
Lentamente si gira verso Marco, mostra ora a lui la sua piccola beltà.
Subito dopo tocca agli slip, che decide di togliere mostrando il culo agli sconosciuti e la figa a Marco.
Appena lei è nuda lui si avvicina, la spinge sul balcone e inizia a scoparla.
Martina è praticamente affacciata e vede tutto l’albergo, un po’ si preoccupa per chi potrebbe vederla, infatti si distrae.
Poco dopo Marco la prende di peso e la porta a letto, si sdraia e le dice “Scopami, mostrami cosa ha fatto perdere così tanto la testa al mio migliore amico”.
La ragazza è un po’ titubante… perdere la testa?? Non gli sembra che abbia poi così tanto perso la testa.
Poco dopo torna in se e toglie il boxer a Marco e quando è nudo glielo prende in bocca per un solo secondo… poi lecca l’asta e scende fino alle palle e lecca. Intanto il cazzo di Marco è veramente duro.
Ha un cazzo piccolo, o forse le sembra piccolo vista la dimensione di Marco, quando lo prende in bocca nota che in effetti è piccolo. Lo infila tutto in gola infatti e non ha nessun conato. Ne approfitta infatti e sembra volerlo divorare.
Dal basso lo guarda e nota che lui la sta fissando con uno sguardo perso. “Ora capisco” dice lui ribaltando gli occhi. Lei continua finché ad un certo punto decide di mettersi a cavalcioni sulla faccia di lui.
Marco lecca, ha la lingua fredda e piacevole. E’ grande e le assaggia le labbra come fossero fragole buonissime. Martina infatti è immobile e si gode il momento.
In men che non si dica lui la rigira e le salta su.. “Avevo detto scopami e invece mi ha divorato. Ti avevo detto scopami è invece mi hai fatto assaggiare il frutto buonissimo. Ho voglia di sbatterti adesso.”
Martina sorride con sguardo satanico.
Il solito.
Quello che tutti notano.
“Dio, sembri una delle ninfe di Waterhouse Martina, fai paura”.
Lei continua a ridere compiaciuta mentre viene sbattuta dal migliore amico del suo ‘forse’ fidanzato.
Buffo che un uomo così prenda forma solo attraverso altri uomini.
Buffo come lei inizi a conoscere se stessa attraverso gli altri.
Non scopano per molto. Lei vorrebbe venire ma non lo fa, vuole lasciare per il suo ‘forse’ compagno tutta la voglia concentrata in un orgasmo.
Marco viene, le inonda la schiena e poi crolla di fianco a lei.
Martina si distende anche lei e dice “Forse è il caso che io vada via, mi starà aspettando”.
Lui le sorride e annuisce.
Lei si riveste ed esce silenziosa dalla stanza. Sono le 4 del mattino e fuori dalla porta un uomo l’aspetta.