Litmus di Howling sta andando in loop da ormai un paio d’ore quando Martina si sveglia intorno alle 3 di notte.
Spegne spotify e si riaddormenta.
Venerdì sera lui rientra a casa, Martina lo accoglie già pronta per uscire. Lui si fa una doccia in fretta mentre lei gli prepara i vestiti e li dispone sul letto. Quando è pronto escono per vedersi con un po’ di amici.
Rientrano a casa intorno a mezzanotte e quando si chiudono la porta dietro le spalle Martina fa cenno a lui di mettersi in poltrona.
“Aspettami qui” dice.
La poltrona è nella penombra e Martina accende giusto un piccola lampada soltanto e poi va via. Ci mette un po’ a tornare, ha fatto un cambio d’abito, ha sistemato un po’ il trucco e ha i capelli legati.
Indossa una vestaglia nera trasparente e delle scarpe che lui le ha regalato anni fa, dei sandali neri in pelle, semplici ed eleganti con un cinturino alla caviglia.
Quando entra nel salotto prende il telefono, si gira di spalle e preme play…
Litmus di Howling risuona ancora e Martina lancia il telefono su una poltrona accanto a lei e sta ferma, immobile sulle prime note della canzone.
Quando il ritmo cambia inizia a muoversi lenta, sinuosa… muove delicatamente i fianchi e piano piano si gira rivolta verso di lui e lo guarda mentre intanto il ritmo prosegue.
Sulle note della canzone che aveva ascoltato la notte precedente danza per lui e piano piano si spoglia, nella penombra di quel salotto che non appartiene a lei, ma a lui.
La cintura della vestaglia viene piano piano sciolta. Martina se la passa dietro al collo e poi si benda per qualche istante, mentre intanto balla muovendo il culo rivolto verso di lui. Gli si avvicina abbastanza da sfiorarlo sulle ginocchia e poi fa scivolare proprio di fianco a lui la cintura.
La vestaglia ora è aperta e si intravede l’intimo… anche quello un regalo di lui. Nero, trasparente e semplice. La vestaglia scivola piano piano sulle spalle di lei, mentre gli da le spalle. La fa andare giù sulla schiena e poi la fa scivolare del tutto via tenendola solo per un lembo.
Quando il ritmo della canzone cambia ancora si inginocchia e usa la vestaglia come fosse un serpente che le cammina addosso. Se la passa tra le gambe, tra il seno, sul collo mentre intanto lo guarda dritto negli occhi e poi la sfila via.
Ora Martina è in intimo e non le resta che continuare a ballare e sfilarsi il reggiseno, cosa che fa sulle ultime note della canzone e proprio sul finire si avvicina a lui per abbassarsi anche le mutandine, lasciandole a pelo di figa quando la canzone finisce.
Lui è immobile sulla poltrona e dai pantaloni di intravedere il gonfiore e la voglia.
Martina torna in ginocchio e con ancora le mutande addosso allunga lentamente le mani verso la cintura di lui. La slaccia, la sfila e poi sbottona i pantaloni neri. Tira giù la cerniera lentamente guardandolo dritto negli occhi con un sorriso malizioso e infila le mani nelle mutande.
Il sorriso di lei si fa più grande e soddisfatto. Lo tira fuori e inizia a leccarglielo.
Prima lentamente, così da bagnarlo per bene. Allunga la lingua mentre lo guarda dal basso. Sembra un serpente, quasi un rimando alla vestaglia, ai movimenti sinuosi di quando ballava.
Lui è compiaciuto, sa già cosa aspettarsi, sa già che quando Martina fa così poi lo prenderà tutto in gola quasi fino a strozzarsi facendolo venire mentre è completamente in fondo.
E’ ciò che accade, ma nell’arco di oltre 20 minuti.
Prima l’asta, poi piano pano la punta. Poi la lingua che lo avvolge e piano piano la gola. Un continuo entra ed esci alternato di sputi sul pene per lubrificarlo bene.
“Mi stai succhiando l’anima Martina” dice lui.
Poco dopo viene, silenzioso.
Sabato sera decidono insieme di andare a una festa a casa di amici di lui. Martina non sapendo che tipo di serata sia chiede a lui come vestirsi: “Andrebbe benissimo come ti sei vestita ieri sera per me”.
Lei sorride e capisce che non sarà una festa troppo tranquilla.
“Metti su un vestitino semplice e scuro per uscire di casa, la vestaglia mettila in borsa, appena arriviamo indossa subito quella però” continua lui.
“Va bene” risponde Martina con un sorriso.
Si veste, si trucca e mette i tacchi, gli stessi della sera precedente. Tutto resta invariato, se non per la vestaglia che indosserà dopo.
Alle 21.00 arrivano a casa di amici di Lui.
Quando entrano nell’appartamento le luci sono molto basse. C’è parecchia gente conosciuta e insieme fanno un giro di saluti, ma prima lei si cambia d’abito.
Ai pochi sconosciuti si presentano in maniera fugace.
I padroni di casa sono indaffarati in cucina, ultimano le ultime cose prima del brindisi che darà il via alla festa.
Alle 21.30 infatti finalmente Silvia e Massimiliano brindano con ai loro piedi in ginocchio Beatrice e Giorgia, due ragazze bellissime.
Non è la solita festa, pensa tra se e se Martina e sorride rivolta verso di Lui. Tra una chiacchiera e l’altra i due di accomodano su un divano nella sala grande e assistono a scene di ogni tipo.
Gente che viene frustata, cera, sesso… anche se poco.
Martina è seduta accanto a Lui e più che sembrare subordinata a lui sembrano quasi al pari di ruolo, non a caso molti uomini dall’aria sottomessa le si avvicinano e timida rifiuta.
Non ha alcun collare a differenza di molta altra gente che dimostra così il proprio ruolo alla festa. Ma Lui la preferisce così, libera ma al suo fianco, sottomessa ma indipendente.

Visti da fuori sembrano un dipinto in versione kinky di Lawrence Alma Tadema. Eleganti ma allo stesso tempo spinti.
Dopo circa un’ora di chiacchiere con amici e di voyerismo sul divano, Lui si alza, spostando leggermente Martina che era poggiata su di lui. Sorpresa si sposta e si accomoda meglio ma lui si china e le sussurra in un orecchio “seguimi”.
La ragazza lo segue, e insieme attraversano la sala dove intanto la gente continua in gruppi e in coppie a farsi un po’ gli affari propri.
Gemiti, frustate… un simposio di oscenità goderecce.
Si avvicinano a un tavolo lungo e molto largo, non ci sono sedie attorno, sembra li pronto solo ad accogliere lei e Lui.
“Sali” le dice.
Martina senza dire nulla obbedisce.
“Stai in piedi e guarda fisso davanti a te, gambe divaricate”.
Lei esegue.
“Con lo sguardo fisso piano piano togli la vestaglia, delicatamente”.
Senza battere ciglio lei, lenta, inizia piano piano a sciogliere il fiocco della vestaglia trasparente… le salta in mente la sera prima e vorrebbe muovere il culo, ballare, farlo arrapare con i suoi fianchi, ma non è questo l’ordine e quindi immobile continua facendo cadere la cintura e lasciando che la vestaglia inizi piano piano ad aprirsi.
“Falla scivolare” dice Lui riferendosi alla vestaglia.
Martina con sguardo fisso fa scivolare il leggero tessuto sulle spalle, mostrando le clavicole prima e la schiena dopo. I capelli sono raccolti in una coda alta che mostra bene il collo e le sue forme.
Quando la vestaglia sta per scivolare del tutto Martina la prende con la mano destra e la porta davanti a se senza farla cadere del tutto. Abbassa gli occhi verso di lui, per capire cosa deve farne.
“Lasciala cadere a terra sul pavimento”.
La vestaglia cade e Martina è li sul tavolo in intimo.
“Adesso mettiti a 4 zampe con il culo rivolto alla mia destra”
Martina continua a eseguire alla lettera e si mette a 4 zampe, bene dritta con lo sguardo fisso davanti a se. E’ come se stesse guardando nel vuoto in contemplazione. E’ concentrata su se stessa e su ciò che sta accadendo come se non ci fosse nessun altro attorno, solo Lui e lei, solo gli ordini di Lui, la sua voce.
“Faccia sul tavolo adesso” le ordina ancora lui.
Lei esegue senza dire nulla, in religioso silenzio. Percepisce che c’è della gente attorno a lei, non sa cosa accadrà, ma si fida di lui; tra se e se pensa a lasciarsi andare sapendo che non accadrà nulla che le possa dare dispiacere. E’ lui a scegliere per lei e lei si lascia guidare.
Oltre la voce di lui adesso inizia a sentire del vocio generale. La musica è bassa e permette a tutti di parlare senza dover urlare. Sente che intorno a lei la gente continua ad aumentare, ma nessuno osa sfiorarla.
Per via della posizione non vede molto se non qualche scarpa maschile e femminile.
“Metti le mani dietro la nuca e piano piano torna su e resta in ginocchio, poi metti le mani sulle ginocchia col palmo verso l’alto”
Martina esegue con molta calma, cercando di mantenere il controllo sul corpo e su ogni muscolo, così da risultare elegante e non goffa.
Contrae i dorsali, gli addominali ed ecco che ora è in ginocchio con la schiena dritta, le braccia alte e le mani dietro la nuca… con lo sguardo ancora fisso davanti a lei. Poi porta le braccia giù, come Lui le ha ordinato.
Non c’è lui davanti a lei, ma diversa gente che però esclude dal suo raggio visivo. Lui è accanto a lei, distante e con voce bassa continua a darle ordini.
“Chiudi le gambe adesso, siediti lateralmente e poi alzati ancora e fermati in squat”.
Martina odia squattare e quasi sbuffa, Lui se ne accorge e si avvicina. “Lo sai che non amo fare brutte figure Martina”.
Lei annuisce ed esegue.
Si siede sul fianco e con grazia si alza, mette le mani dietro la schiena anche se lui non lo ha specificato e squatta.
Quando inizia a tremare, dopo 3 minuti, lui la fa accovacciare e le sussurra nuovamente nell’orecchio “brava, adesso ancora una volta”.
Martina esegue ancora.
“Ora girati di spalle, accovacciati, mettiti elegante sul fianco e sdraiati con il viso oltre il bordo del tavolo”.
Martina ci mette un po’ ad interpretare la posizione, si prende il suo tempo ripetendo la frase in testa e poi esegue.
Ora è sdraiata a pancia in su, con la testa oltre il bordo del tavolo. Lui è davanti a lei, in una posizione severa ma elegante, compiaciuta anche.
Martina con la testa praticamente sottosopra vede che davanti a lei ci sono parecchie persone e torna anche a sentire che la festa prosegue con i vari gemiti di prima.
Era come in una bolla, fuori dal tempo e dallo spazio.
Ora ha messo a fuoco la scena e la situazione, oltre che lui che intanto si è avvicinato e le ha appoggiato il pene sul viso.
Ha su i pantaloni lui, le sta solo facendo sentire quanto è eccitato. Mentre il pene di lui è sulla faccia di lei allunga la mano per sentire se lei è bagnata e da sopra le mutandine si percepisce che è umida.
“Tirati su adesso Martina e rivestiti”.
Martina sorride e composta si riveste, scendendo prima giù dal tavolo aiutata da lui.
Le persone attorno alla scena spariscono e si avviano in diverse direzioni e zone della casa di Silvia e Massimiliano.
Intorno alle 3 del mattino piano piano la gente inizia ad andare via e anche Lui e Martina rientrano a casa.
Martina mette le chiavi nella toppa della porta, da i soliti 4 giri e allunga la mano di modo da accendere la luce all’ingresso. Lui la blocca prendendole il polso “non accendere le luci” dice; lei ritira la mano ed entra. Lui la segue e quando chiude la porta la sbatte contro il muro.
“Ti sei divertita eh?”
Lei sorride quasi sadica.
Lui ama quel sorriso, quel modo che ha lei di reagire. Quel sadismo che si dipinge sul volto di lei che non è altro che masochismo. Lo istiga così, è un segno che lui può fare di lei ciò che vuole.
“Resta immobile qui!” le dice. Martina è ferma. Ha su il vestito che aveva rimesso per uscire da casa di Massimiliano e Silvia.
Qualche secondo dopo Lui arriva, ha in mano una frusta. Lei sorride ancora quando lo vede, stesso sorriso di prima. “Smetterai di ridere tra poco” le dice.
“Non ho paura” risponde lei.
Alle 4 e mezza del mattino Martina ha il culo praticamente livido e graffiato. Le ha prese, era il suo premio. Le endorfine in corpo la rendono completamente vulnerabile e forte allo stesso tempo.
Ora è a terra, sfatta e stanca. Lui la prende per i capelli, la fa alzare e la strascina in camera.
“a 4 zampe” le dice, indicandole il letto.
Lei sale su, si mette a 4 zampe e senza che lui dica nulla divarica il culo. Lui inizia col farsi una sega. Martina anche se la posizione è scomoda lo guarda. Le piace guardarlo mentre lui gode della componente visiva di lei.
Quando lui sta per venire lo infila dentro, come se l’unico scopo di tutta questa serata, come se l’unico scopo di Martina fosse svuotarlo e liberarlo del tutto.
Così lui viene dentro di lei, riempiendola.
Dopo essere venuto da uno schiaffetto sul fianco di Martina e la fa sdraiare di schiena, le apre le gambe e inizia a leccarla. Le lecca il culo e la figa, come se stesse mangiano il piatto più buono del mondo. Il retrogusto è quello del suo stesso sperma.
Martina viene in tutta quella confusione di scambio di fluidi, lingua e dolori fisici misti a stanchezza.