E’ difficile, molto difficile, ma anche semplice, molto semplice.
La riflessione parte ancora prima che #sesperti desse voce a tanti esperti di sessualità che vivono e divulgano sul web, o come direbbe Violeta Benini, #duvilvano.
Riflettevo già da un po’ sulla questione sessualità e modo di divulgare.
Si, parlo proprio di modi perché ci sono tanti modi di fare divulgazione, non soltanto quando si parla di sessualità, ma anche per tantissimi altri ambiti che interessano a noi esseri umani dalla cucina, alla meccanica, alla fisica e via così.
L’attendibilità di un’informazione dovrebbe essere alla base dell’informazione stessa e della ricerca di questa ma ad oggi il web è pieno di gente che dice cose e fa cose e il più delle volte con toni e modi che fanno letteralmente accapponare la pelle.
Sempre a #sesperti si è parlato di inclusività del linguaggio e di linguaggio non normativo anche se non si è arrivati a una fine circa l’argomento perché di base c’è chi non vuole disintegrare la lingua italiana ma aggirare il problema pronomi per far si che tutti si sentano inclusi. E’ stata una bellissima chiacchierata condotta da Violeta e Greta di Virgin & Martyr.
Non è di sesperti che voglio parlare però, anche perché Marvi di Match and the City ha già scritto un articolo interessantissimo su Bossy riguardo il bellissimo evento.
Oggi mi soffermo sui modi
Al di la del cosa si dice (non perché sia poco importante anzi, ma proprio perché ci sarebbe un articolo a parte da dover scrivere) a volte bisognerebbe soffermarsi sul come lo si dice.
Comunicare non è semplice, non è semplice farlo tu per tu figuriamoci quando abbiamo una platea poco targettizzata rispetto a quello che vorremmo, perché per quanto ci si possa impegnare non è per nulla facile scegliere il nostro pubblico.
Ovviamente chi fa divulgazione scientifica e opera nel campo della ricerca quando si rivolge a noi poveri mortali curiosi non dovrebbe avere il tono del prof noiosissimo del liceo, perché oggi siamo tutti distratti, tutti tutti.
Io mi metto in prima linea perché mi perdo facilmente quando il tono di voce riesce a distrarmi anche da un argomento che per me è interessantissimo.
Il più delle volte la gente usa un tono passivo aggressivo
…sembra quasi che chi è spettatore sia li ad ascoltare i suoi deliri di onnipotenza. Nel giro di non troppo tempo il pubblico inizia a chiedersi se davvero ha senso ascoltare le parole di una persona che quando ci racconta un aneddoto nel quale potremmo riconoscerci usa il tono acido.
Ok, il mondo è un posto orribile e il più delle volte se una donna parla di sessualità viene fraintesa, ma se l’attenzione rivolta al nostro pubblico non parte da noi da chi deve partire?
Alla fine dobbiamo scremare il nostro pubblico e far si che chi ci infastidisce e da noia ai nostri followers sparisca… a costo di avere meno followers su instagram. Anche perché meglio un follower in meno oggi che una persona rompiballe domani.
Il sesso muove soldi, tanti soldi
Inutile nascondersi dietro a un dito, oggi però oltre ai soldi c’è la popolarità che il più delle volte rende i vari personaggi vittime di se stessi.
Bisognerebbe chiederci più spesso quale sia il motivo per cui scegliamo di metterci la faccia e dire al mondo che il sesso è la cosa più naturale che possa esserci e che esplorarsi nel modo giusto e prendersi cura di se è la cosa migliore per essere consapevoli di se stessi e bla bla bla…
Il focus dovrebbe essere il messaggio ma ricordiamoci che anche il tono veicola il messaggio e ne fa un tormentone in positivo o in negativo.

Sailor Moon
Io definisco “effetto Sailor Moon” quella modalità in cui la gente si mette quando deve fare la paladina della legge (o il paladino). Me li immagino seriamente vestiti alla marinaretta e con il cristallo di luna in testa e non fanno altro che risultare ridicoli.
Ma se Sailor Moon perde di vista il motivo per cui salva i buoni dai cattivi come la mettiamo?
Il mondo va a rotoli e non c’è Milord che tenga.
Invece di fare la lotta a chi infastidisce, a chi non comprende, a chi denigra, perché non rinforziamo il motivo per cui siamo nel web e cerchiamo di far capire a chi ci segue, ascolta, scrive che la sessualità, il sesso, il corpo, l’emotività sono tutti elementi fondamentali e importanti per vivere felici e consapevoli?!?!
Giusto a #sesperti anche Spora ha sottolineato quanto sia importante non considerare troppo i famosi haters, perché ci rubano tempo che potremmo dedicare ad un messaggio di divulgazione, e ci rubano anche energie.
Non possiamo educarli, ma possiamo educare la nostra community a rispondere a chi ci denigra o scrive messaggi di odio e simili.
In effetti a me succede spesso con il profilo di RopeTales o Tenshiko di voler rispondere a gente ignorante che non comprende la pratica e la denigra o che non comprende che una mano con un colore non troppo rosa non è in cancrena… qualche tempo fa passavo del tempo a cercare di insegnare alla gente che “no, non si muore e stavo benissimo”, poi però la gente aumenta e stare dietro a tutti non è possibile. Per cui o elimino, o faccio si che gli altri rispondano per me.
Di certo non mi metto in modalità passivo aggressiva.
Non è facile ma nemmeno poi così difficile
La parte più importante è senza dubbio informarsi davvero su ciò che si sta dicendo, ma i modi fanno la grande differenza.
Fanno immedesimare chi ci segue, fanno affezionare chi ci segue e ci rendono umani e… spoiler lo siamo!
Non ho molti followers con profilo PlugTheFun ma tante volte mi rendo conto di quanto io sia fortunata ad avere il pubblico giusto, chissà magari me lo sono un po’ selezionato in questo anno.
Giusto qualche tempo fa misi una mia foto nelle storie e chiedevo ai miei followers di mandare una loro foto, era lunedì per cui l’hashtag era #faccedalunedì.
Uno dei tanti mi scrisse “Chissà quante foto spinte ti arriveranno”.
Nemmeno una, zero… solo foto di gente appena sveglia, o in ufficio, o di posti bellissimi (era estate, molti erano al mare).
Credo che divulgare rivolgendoci bene al pubblico sia la chiave, affinché il pubblico stesso faccia sì che altre persone adatte si uniscano e ci ascoltino ampliando così la rete.
Se qualcuno non vorrà ascoltarci ben venga, non bisogna forzare nessuno. Ascoltare non è cosa semplice esattamente come non lo è parlare.
Anche perché la comunicazione ha alla base due cose fondamentali… chi parla ma soprattutto chi ascolta.