Quella di oggi non è la prima intervista qui su Plugthefun… Se volete leggere le altre interviste sempre dedicate ad alcuni personaggio della scena Kinky italiana ecco qui il link: BDSM .
Oggi ospito Samar, il mio coinquilino. E’ sulla scena milanese da qualche anno e ci racconta come vive la sua transessualità.
Le immagini che troverete nell’articolo sono piuttosto forti, sapevatelo!!!
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Chi è Samar e come si è avvicinato al sadomaso?
Prima ancora di chi sono mi capita spesso di dover specificare cosa sono. Un transessuale FtM (cioè che transita da donna a uomo) con una relazione omosessuale monogama e, per la comunità kinky, un sadomasochista. Detto questo, ho 27 anni e sono un artista in sviluppo con una tazza sempre piena di tè. Sono anche un fidanzato difficile che si fa perdonare con la buona cucina.
Sono sempre stato consapevole del mio interesse verso il bdsm, ricordo di essere stato marcatamente sadico fin da bambino e di aver cercato con insistenza la mia stessa umiliazione. A quattordici anni praticavo già la dominazione a distanza tramite la cam ed i forum di femdom, inconsapevoli di ospitare un minorenne sulla loro piattaforma. Ad un certo punto ho raggiunto l’età per entrare legalmente in contatto con la comunità. Il mio debutto è avvenuto partecipando alla rope jam di Rope Tales a Milano. Da quel momento ho cominciato a integrarmi davvero.
Raccontaci della tua transizione…

Prima della transizione non ero un maschiaccio. Ero una gothic lolita con un caschetto rosso fuoco ed il corsetto sempre stretto al massimo. Spesso mi vestivo in modo osceno, perché vedevo il mio corpo come un oggetto estraneo, un avatar da decorare. La consapevolezza di essere trans è arrivata da un giorno all’altro, sconvolgendo la mia vita e quella del mio compagno. Mi sono guardato allo specchio tutti i giorni per anni. Poi all’improvviso mi sono “visto”. A volte accade così.
Certo tutte quelle ricerche su come appiattire il seno potevano essere un indizio.
Praticamente google lo ha capito prima di me.
Durante il mio percorso ho affrontato molte complicazioni, ma ciò che ricordo con più angoscia è il periodo che ho passato prima di parlare apertamente con i miei genitori.
Mio padre è anziano e credevo non avrebbe capito, invece esordì con la frase “per me sei sempre stato tu il maschio di famiglia”.
Mia madre invece se ne uscì con un’ilare “beh almeno non sei finocchio”.
Fu così che feci coming out due volte nello stesso giorno.
Com’è essere transessuale e far parte della comunità kinky?
Quando mi sono affacciato al mondo del sadomaso credevo che sarei stato messo da parte a causa della mia ambiguità. Mi piaceva dominare ed essere dominato, ero uomo ma con un corpo di donna. Per me era tutto molto definito, ma per gli altri rischiavo di non essere né carne né pesce. Ero convinto che solo persone con gusti estremamente specifici avtebbero potuto interessarsi a me.
Quanto diavolo mi sbagliavo.
All’improvviso piacevo a un sacco di gente.
Naturalmente apprezzavo di più le attenzioni di chi mi riconosceva come uomo, ma anche chi non lo faceva non mi ha mai mancato di rispetto.
Ho ricevuto molte domande personali ed intime, ma considerato il contesto non l’ho percepita come una cosa inappropriata.
Come vivono invece la tua transizione le persone che incontri in giro (metropolitana, al bar, al supermercato)?
Sono androgino e creo spesso confusione nelle persone, questo disorientamento mi ha tutelato dalla discriminazione. Non lavoro molto sulla mia apparenza, porto i capelli lunghi e non nascondo un seno ben visibile, ma ho le spalle larghe ed una voce profonda.
Persino nei consultori trans mi è stato chiesto di specificare se stessi diventando donna o uomo. Alla fine ho imparato che la gente vede quello che vuole vedere.
Sei d’indole fortemente masochista, come racconteresti a un “estraneo” al sadomaso il tuo rapporto col dolore?
Sono sia sadico che masochista, per alcuni periodi una delle pulsioni prevale sull’altra ma non potrei scegliere tra le due cose. Il mio rapporto con loro è tutt’altro che filosofico:
non ho sviluppato nessuna poetica al riguardo, pratico il bdsm perché il dolore mi eccita, inflitto, ricevuto ed anche autoinflitto.
Non fatevi intimidire se siete curiosi rispetto a questo mondo, ci sono persone che praticano il bdsm alle quali il dolore non piace affatto, che siano top o bottom.
Io ne ho bisogno, da tutta la vita. Dominare qualcuno o esserne annientato mi fa sentire forte, resistente, eccitante.
Quali sono le pratiche che ami di più e perché?

Come top amo imporre una dollificazione senza troppi fronzoli. Mi piace disciplinare la mia bottom all’immobilità completa, costringerla a soffrire e godere senza che il suo respiro si affanni minimamente. Vedere una lacrima colare sul suo viso impassibile, rigando un sottile strato di cipria.
Come bottom, in questo periodo amo le pratiche legate al feticismo delle scarpe. Mi piace essere calpestato e preso a calci nello stomaco da un bel paio di stivali lucidi da uomo. Preferisco un dolore da impatto e sto davvero bene quando prendo la cinghia o il bastone sulla schiena. Più i colpi sono forti più mi sento esaltato. I lividi sono medaglie.
Se dovessi conoscere un transessuale con la voglia di affacciarsi al sadomaso, che raccomandazioni gli faresti?
Qualsiasi ruolo ti piaccia, tieni presente che non ti manca nulla per giocare. Non importa quanto tu ti senta bizzarramente assemblato, non sottovalutare la stranezza degli altri. Non è così raro trovare qualcuno che condivida i tuoi interessi ed apprezzi la tua originalità. Se sei una persona educata che sa stare al mondo, verrai integrato nella comunità.
Per i bottom nello specifico il mio consiglio è questo:
Non avere paura di erotizzare la tua disforia di genere. Rispetta te stesso/a, trova qualcuno che ti rispetti, mettete il rispetto da parte e tirate fuori quel grazioso vestitino da sissy maid. E si, sto parlando sia con gli Ftm che con le Mtf.
Raccontaci del progetto kinkpirate
Kink_pirate è la mia piccola rivincita su Ink pirates, un vecchio progetto che non mi permetteva di esprimermi. Tolto un socio e aggiunta una k mi sono dedicato a soggetti kinky, ritraendo principalmente i lividi documentati sui corpi dei miei amici.
L’orgoglio con il quale mostriamo agli altri kinkters i nostri segni è un’abitudine che ci distingue nettamente dalle vittime di violenza.
Inviatemi pure le vostre foto se avete dei segni interessanti, cerco continuamente ispirazione.
[…] minacci di fermare il tuo impeto se non ti adorerò come un dio.La sua intervista la trovate qui.Il suo secondo racconto lo trovate qui.L’ultimo racconto erotico lo trovare […]