Spesso su Plug the fun mi sono state fatte alcune delle domande che ho rigirato a Giulia e che trovare qui di seguito.
Cos’è Se4sexeducation e chi c’è dietro a questo progetto?
Se4sexeducation è nato poco più di due anni fa: desideravo creare un canale che fosse esclusivamente dedicato alla sessualità. Un posto dove trovare informazioni corrette sul sesso e dove le persone, che spesso mi scrivevano attraverso i social, potessero trovare le risposte ai propri dubbi e curiosità.
Volevo creare un modo di divulgare senza tabù e paure, ma allo stesso tempo colorato e divertente: è nato così il logo di SE (Sex Education), un logo che racchiude tutto, maschi e femmine intrecciati e mischiati tra loro.
Sul sito di SE è possibile trovare articoli e brevi video, nelle pagine Instagram e Facebook invece contenuti più immediati. Si parla di educazione sessuale rivolta ai genitori, agli adolescenti, ma anche agli adulti, si trattano tematiche relative alla sessualità individuale e di coppia, senza dimenticare la disabilità.

Dietro a tutto ci sono io: mi chiamo Giulia Marchesi, sono psicologa, sessuologa e consulente di coppia. L’educazione sessuale negli ultimi anni è diventata un po’ la mia missione 😉
Cosa ci dici della situazione educazione sessuale nelle scuole italiane ad oggi?
Sicuramente non la trovo adeguata alle esigenze, e ai diritti, dei ragazzi e delle ragazze.
In molti paesi essa è perfino obbligatoria nei programmi didattici (spesso già dai 5 anni di età): in Italia invece è a discrezione dei dirigenti scolastici. E, anche quando essa è presente, spesso le si dedica troppo poco spazio. Inoltre, solitamente la si fa per presentare i risvolti “pericolosi” della sessualità: si affrontano soprattutto gli aspetti della contraccezione e delle mst senza dare ampio spazio alle relazioni e al piacere.
Ricordiamo che l’organizzazione Mondiale della Sanità ci dice che la salute sessuale è:
“… Uno stato di benessere fisico, emotivo, mentale e sociale in relazione alla sessualità; non è solo assenza di malattia, disfunzioni o infermità. La salute sessuale richiede un approccio positivo e rispettoso alla sessualità e alle relazioni sessuali, così come la possibilità di avere esperienze sessuali piacevoli e sicure, libere da coercizione, discriminazione e violenza. Per la salute sessuale, da raggiungere o mantenere, i diritti sessuali di tutte le persone devono essere rispettati, protetti e messi in atto”.
OMS
Un argomento che spesso salta fuori tra i followers di Plug the fun è proprio l’aspetto del genitore correlato alla sessualità del/la figlio/a… che consigli daresti a mamme e papà che sono in quella fase della vita dei figli in cui iniziano a esplorarsi?
La prima cosa che direi è “Lasciate quelle porte chiuse!“.
Scherzi a parte (ma neanche troppo!), consiglierei innanzitutto di iniziare a parlare di sessualità presto, molto prima dell’adolescenza, per creare quel clima di dialogo e fiducia necessario per educarli alla sessualità in maniera serena e, perché no, divertente. Rispettate i loro spazi e lasciateli liberi di scoprirsi (a 360 gradi, non parlo solo di genitali).
Detto ciò, l’esplorazione del proprio corpo e dei propri genitali può iniziare attorno ai 3/4 anni (anche se in realtà la si vede già sul fasciatoio). Come comportarsi? Non sgridare o dire frasi che potrebbero far sentire loro in colpa, non bisogna far passare il messaggio che toccare il proprio corpo sia sbagliato o pericoloso. Piuttosto, possiamo approfittare di questi episodi per parlare della differenza tra pubblico e privato, sia come concetto riferito ai luoghi dove è possibile farlo, sia per riferirlo alle parti del corpo che nessuno deve toccare senza permesso.

Oltre che nelle scuole, l’educazione sessuale andrebbe fatta ai genitori, ma anche in generale a molte persone… perché ad oggi la disinformazione fa ancora parecchi danni…Cosa pensi di questo argomento?
Purtroppo la sessualità, per quanto sembri sdoganata (vediamo parlarne spesso in programmi televisivi trash) in realtà è ancora un grosso tabù. Ma la paura legata ad un certo argomento è come sappiamo legata al non conoscerlo. E capita che per avere maggiori informazioni si finisca su siti e/o social network che non forniscono informazioni corrette, e questo ovviamente non fa che peggiorare la situazione. Quello che consiglio sempre, in ambito sessualità ma non solo, è di verificare chi sta parlando di una certa tematica, che competenze e formazione abbia, per essere sicuri che le informazioni che si raccoglieranno siano quanto più corrette possibili.
L’educazione sessuale, come dici bene tu, non dovrebbe essere rivolta solo a genitori o adolescenti, ma a tutti, adulti compresi: ahimè capita ancora di sentire persone (uomini e donne) che siano confusi sulla propria anatomia o sul concepimento. E questo è sicuramente frutto di poca informazione, sia da parte delle famiglie di origine che dalle istituzioni che ancora non hanno compreso quanto sia importante la sessualità per un benessere globale della persona.
Molte coppie vivono una situazione sessuale in cui uno dei due partner non riesce a comunicare all’altro i propri desideri sessuali e le proprie fantasie… come pensi andrebbe affrontato un argomento “insolito” nella coppia?
Già definirlo insolito ci fa comprendere quanto ancora ci sia da lavorare in questo campo.
In coppia sembra si possa parlare di tutto, tranne che di sessualità, come fosse una zona rossa. La realtà è che spesso si ha paura di esprimere all altr* i propri desideri, per timore di ferire il partner o essere respinti o ancora creare un distacco.
Ma se non comunichiamo, non possiamo capirci, né risolvere eventuali difficoltà od incomprensioni.
Se da soli non si riesce, suggerisco di consultare un* sessuolog*, psicologo/psicoterapeuta, che possa accompagnare la coppia in un percorso di conoscenza reciproca.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Continuare a fare divulgazione, ampliando il mio pubblico. Vorrei portare i miei progetti di educazione sessuale per genitori di bambin* di fascia infantile in tutta Italia, coinvolgendo sempre più persone e professioniste.
Ripartendo, dopo gli annullamenti dovuti al Covid-19, da Milano con il corso “Le parole per dirlo”, nel quale ospiterò altre tre professioniste (due ostetriche ed una doula) per parlare di sessualità ai genitori di bambin* tra i 2 e gli 8 anni, e a Brescia con un corso di formazione in educazione sessuale per operatori assieme alla mia collega Giada Viprati del progetto @cuoresesso.
A settembre poi partirà il mio primo corso di educazione sessuale ed affettiva con ragazz* con disabilità cognitiva: un percorso di 10 incontri che li accompagnerà nella conoscenza del sesso e delle relazioni.
Insomma, tantissime cose all’orizzonte: trovate tutti gli aggiornamenti sulla pagina Instagram di SE.
[…] corpo, a scuola ancora meno, anche se le cose sembrano piano piano cambiare in alcune realtà. Su questo argomento ho intervistato Giulia di Se4sexeducation qualche tempo fa.Poche scuole fanno educazione […]