Oggi il racconto erotico di Plug the fun lo scrive una follower.
Se anche voi volete scrivere un racconto erotico e pubblicarlo sul blog potete inviarlo a: [email protected]
Aspettando i vostri racconti, vi auguriamo una buona lettura.
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Ti suono, il portone del palazzo si apre ed entro.
Sono tesa, non ci vediamo da parecchio tempo… Quindi faccio tutto con molta calma, i passi da fare sono davvero pochi.
Arrivo alla tua porta e mi blocco davanti a te, più o meno a due metri di distanza.
Ti guardo…
Dentro di me sento lo stomaco capovolgersi, penso di non aver mai amato nessuno nel modo in cui amo te.
Non te l’aspetti, quindi, raddrizzi la testa e cambi impercettibilmente espressione.
Cerchi di capire.
Ma ormai ho ripreso a camminare e sono a pochi centimetri da te… Senza fermarmi ti scansi e mi lasci entrare, sostenendo sempre il mio sguardo, fino a quando con la coda dell’occhio mi perdi.
Chiudi la porta, ti giri e il mio cappotto sta cadendo a terra, finalmente affondo il mio naso nel tuo petto.
Tremo un po’, erano mesi che immaginavo questo momento.
Ritrovo il tuo odore, chiudo gli occhi, mi piace troppo.
Calmo il respiro che però, si fa più intenso. Me lo voglio godere tutto. Poggio le mani sui tuoi fianchi e lentamente salgo, sento la forma del tuo corpo sotto la maglia, sotto le mie mani.
Continui a lasciarmi fare, ti stai abbandonando anche tu…
Alzo il mento, apro gli occhi, ti ritrovo. Mi ritrovi.
Ho le labbra umide e la mia lingua vuole entrare nella tua bocca.
Mi alzo sulle punte, avida, ma di scatto mi spingi contro il muro, premi il tuo corpo contro il mio e finalmente sento la tua bocca, affamata sulla mia e la tua lingua che spinge in profondità…
A malapena respiriamo.
Siamo nudi sul tuo letto e siedi sulle tue ginocchia. Dai le spalle al muro, mani e piedi legati alla testiera.
So per certo che rifiuti l’idea di essere legato, ma, la curiosità, vince sull’ego. Mi assecondi…
Mi sdraio davanti a te, apro completamente le gambe e con le dita di una mano tengo ben aperte le labbra, le dita dell’altra me le infilo in bocca, le lecco e finalmente le adagio sul clitoride. Qui, è già tutto bagnato. Sapere i tuoi occhi su di me, mentre mi masturbo, ed il tuo corpo, forte e prestante inerme, mi carica di eccitazione.
Scivolo con le dita in senso circolare e continuo, immaginando che quelle siano la tua lingua… Immagino di stingerti i capelli tra le mani e assecondare i movimenti della tua bocca con il bacino… Gemo e mi contorco per il piacere… Ho i capezzoli rigidi, sempre troppo sensibili ed elettrizzati all’idea di essere succhiati e trastullati dalla punta della tua lingua.
Adesso hai lo sguardo di chi si sente sfidato, affrontato e possiede la punizione adeguata. Il cazzo è gonfio e si vuole ficcare prepotentemente dentro di me quindi simulo e affondo con le dita, più che posso, inarco la schiena e urlo, ti imploro: ”scopami ti prego!”. Dimeni braccia e gambe, ma sei impotente, non puoi muoverti, non mi puoi toccare.
Mi alzo, ora sono seduta anch’io sulle mie ginocchia, davanti a te. Il mio corpo è in agonia, sofferenza, smania di desiderio. Sono accaldata e sudata. Mi percorre impaziente l’idea di slegarti, per farmi scopare, voglio ricevere la punizione che mi merito e tu lo intendi nei miei occhi. Ed io, nei tuoi, intendo che stai pregustando le conseguenze. Ma l’abbandono subito, voglio aggravare ulteriormente la mia posizione. Mi inchino, con le mani sulle tue cosce e prendo il tuo cazzo pulsante in bocca. Comincio a succhiare. La tua schiena cade all’indietro e si appoggia al muro. Mi eccita così tanto sentirlo così gonfio e duro che avverto la mia eccitazione gocciolare sul letto, colare tra le mie gambe ancora piegate.
Continuo a succhiare, portandoti lentamente al limite. Tu mi guardi il culo, semiaperto, riflesso nello specchio dell’armadio di fronte a te.
Lo brami. Come un cane che non mangia da giorni, brama la bistecca che sta dall’altra parte della rete.
Non resisterai ancora per molto, sento che i giochi, per me, stanno per finire. Mi sposto poco prima che mi scoppi in bocca il tuo piacere.
A questo punto ti slego.
Non ho il tempo materiale per capire cosa sta succedendo. Sento solo le tue mani, prepotenti e pesanti su di me che gestiscono i miei movimenti. In pochi secondi mi ritrovo immobile. A pancia in giù, legata a quattro di spade. Bendata. Imbavagliata. Il cuscino sotto al ventre che mi alza un po’ il culo. Con veemenza scarichi la tensione repressa a colpi di schiaffoni sul mio culo.
Mi fai male! Malissimo! Gli occhi mi si bagnano di lacrime e gemo dal dolore. Ma insisti, non ti fermi, ci ritrovi la tua soddisfazione. Chinandoti su di me, poi aggiungi: “Il bruciore e i lividi ti devono restare per giorni.. Così da avere un costante pensiero, il mio”.
Ed io, mi rivelo in un lago caldo di piacere…
Poco dopo, non so definire quanto, l’agonia si ferma. Ti lasci cadere affianco a me, hai bisogno di calmarti. Io sono ancora legata e comincio a sentire la necessità di muovermi, ho il culo livido e infiammato.
Inaspettatamente mi liberi una mano e mi ordini di continuare a masturbarmi. Finalmente il tuo cazzo scivola arrogante dentro di me. spinge e colpisce con decisione. La tua mano mi stringe il collo, da farmi mancare appena il respiro. Dopo una raffica di bruschi colpi, sento il tuo orgasmo che si libera dentro di me, mi riempie caldo…
Ed io, urlo di piacere…