Martina rientra in casa e va subito in camera da letto, è un po’ cotta anche se la compagnia di Federica le stava piacendo.
Tra i pensieri le passa quello che Federica ha 22 anni, solo 6 anni di differenza, eppure le sembra così piccina e infantile. E’ molto spavalda davanti ad altra gente, ma poi è molto timida quando si ritrova a quattrocchi.
Con questo pensiero si addormenta, risvegliandosi alle 8.00 con il suono della sveglia.
E’ lunedì e subito si mette sotto a lavorare a un paio di progetti.
Intorno alle 11 Luca le scrive per chiederle come fosse andata con Federica e lei gli racconta tutto con un messaggio vocale lunghissimo.
“Ma come mai non le hai chiesto il numero?” dice Luca quando Martina finisce il racconto.
“Non ci ho minimamente pensato, ma tanto la rivedrò questa settimana o la prossima, non appena Andrea mi da la sua disponibilità per andare da lui” risponde lei.
“Se vuoi prima il numero batti un colpo che te lo faccio avere” continua Luca.
“Non abbiamo più 16 anni, aspetterò senza fremere troppo, anche perché questa settimana ho parecchi lavori da finire”.
La conversazione finisce così tra i due.
Mercoledì sera rientra Lui facendo una sorpresa a Martina. Mentre lei sta lavorando lui suona il campanello, lei va ad aprire la porta e se lo ritrova davanti col suo cappotto blu scuro, quel cappotto che la eccita moltissimo.
Gli salta al collo perché è da un po’ che non si vedono.
Lui si toglie il cappotto e resta vestito in giacca e cravatta, sa bene che per Martina questo è un punto debole e lo usa come arma. Lei infatti è già eccitata solo vedendolo li davanti vestito in quel modo, vestito grigio scuro, camicia azzurra, cravatta blu scuro.
Quando lui è vestito così Martina è completamente in balia di lui, è un suo fetish, la eccita l’uomo in giacca e cravatta, questo grande cliché.
E’ un po’ come la donna con addosso un certo tipo di intimo, sono cose molto semplici a eccitarla. Lui lo sa, ne approfitta infatti tutte le volte.
Questa volta però è diverso…
Sono le 20.00, fuori ormai è del tutto buio, Martina chiede “hai fame?”, lui risponde “Sì, vorrei uscire a cena però”, “non ci sono problemi” risponde lei “mi vesto!”.
Va in camera e mette su il primo vestitino che trova, infila le scarpe e va in ingresso. Lui è ancora li, ha solo messo la valigia in un angolo; quando lei è a pochi passi da lui le dice “Torna in camera e predi il plug nero, ceni con quello stasera”.
Lei accenna un sorriso un po’ malizioso, torna in camera e senza lubrificante, ma con solo un po’ di saliva, si infila il plug nero senza grossi problemi. Lo odia, le sta scomodo, ma lo fa con piacere per lui.
Appena lei arriva in ingresso escono subito.
Vanno a cena in un posto molto vicino casa. Si accomodano e Martina cerca di sedersi il più possibile comoda per quanto le sia permesso. Il plug, quando cammina, sembra sembra volerle scappare, da seduta è un po’ più comoda, anche se la sensazione è quella del sentirsi più piena, ma la preferisce.
Si accomoda per bene, il cameriere porta i menù e scelgono in fretta cosa mangiare. Quando entrambi poggiano il menù sul tavolo per aspettare il cameriere lui a bassa voce le dice “Mi fermo una settimana questa volta, lavoro da casa”.
Martina sorride e lui aggiunge sottovoce “Sarai la mia schiava anale, solo anale”.
Lei deglutisce un po’ impaurita, non sa se è davvero pronta alla cosa, di solito è una cosa che ama molto, ma solo se prima scopa normalmente, così da dare il tempo al suo sedere di rilassarsi.
Un po’ la cosa le piace, la eccita sentire quelle parole, un po’ ha paura.
Continuano a cenare tranquilli ma lei ha un chiodo in testa, la settimana che ha davanti e il sesso con lui.
Rientrano a casa e Martina corre in bagno, il fastidio del plug mentre cammina lo odia proprio.
“Ti aspetto in salotto” dice lui, “Porta due bicchieri di vino quando torni” aggiunge con tono composto.
Martina ama quel tono.
Mentre è in bagno non sa se togliere il plug o tenerlo, ci pensa su un po’ mentre fa pipì e decide di toglierlo, del resto lui non le ha dato disposizioni quando l’ha vista correre in bagno.
Torna in sala con due bicchieri di bianco e fa per sedersi accanto a lui, ma viene prontamente fermata. “Mettiti in ginocchio” le dice.
Lei esegue senza dire nulla, si mette giù ai suoi piedi e sorseggia il bicchiere insieme a lui, non chiacchierano, stanno quasi in religioso silenzio.
Quando lui sta per finire l’ultimo sorso le chiede “Hai tolto il plug?”, Martina annuisce. Lui poggia il bicchiere, le fa segno di mettersi di fronte e le ordina di poggiare il bicchiere sul tavolo. “Stai ferma adesso” aggiunge.
Martina è immobile.
Ciaf
Ecco che arriva uno schiaffo bello forte.
“Non ti avevo detto di toglierlo, non ti avevo detto nulla”.
Lei abbassa lo sguardo e senza dire nulla si alza e va verso il bagno dove prende nuovamente il plug e lo rimette dentro senza troppo sforzo. Intanto nota di essere bagnata e per lei è un sollievo. A volte non riesce a percepire l’eccitazione attraverso l’umidità della sua figa, la sente molto più psicologicamente. Tante volte infatti non è bagnata, ma eccitata sì.
Col plug nuovamente al suo posto torna in salotto, dove lui è seduto e si versa un altro bicchiere. “Vuoi del vino Martina?”.
“No” risponde lei mentre intanto si rimette giù in ginocchio.
La scena le ricorda un po’ Jean, ma le salta in mente anche Federica che domenica era seduta esattamente dove adesso è seduto lui.
“Questa settimana farai in modo d’essere sempre pronta per me, puoi usare il plug tutti i giorni, puoi metterlo e toglierlo a orari alterni, puoi masturbarti solo analmente e solo per tenerti allenata per me, senza venire” dice lui.
Martina al suono della sua voce che dice “per me” si bagna ancora di più. Annuisce infatti e non dice nulla.
Lui è ancora vestito come prima: vestito grigio scuro, camicia azzurra, cravatta blu scuro. Lei è molto più semplice nel suo abbigliamento, ha un vestitino verde a pois neri che le disegna il corpo segnandole il punto vita.
“Spogliati” dice, “ma lentamente”.
Martina resta seduta a terra in ginocchio, tira su i capelli e li lega in uno chignon, tira giù la zip con molta calma, nel silenzio della stanza si sente proprio il rumore lento.
Appena il vestitino è aperto lo sfila dall’alto e resta in intimo. Lo guarda per chiedere approvazione per proseguire o meno, ma lui non fa alcun cenno. Lei allora prende da sola l’iniziativa e procede slacciando il reggiseno e poi, alzando leggermente il sedere, sfila le mutandine.
Quando è del tutto nuda lui le sfiora il viso e le fa alzare lo sguardo che intanto era basso e remissivo. E’ nuda con solo il plug.
Lui invece è comodo sul suo divano, vestito e serio come al solito.
Si guardano negli occhi e mentre sono entrambi assorti l’uno nell’altra, lui si slaccia la cintura, ma non del tutto, non la sfila, slaccia solo la fibbia.
Martina lo guarda fisso negli occhi ma non dice e non fa nulla.
“Girati” dice lui e mentre lei si mette a quattro zampe per girarsi lui tira giù la zip del pantalone.
“Faccia a terra” continua lui, Martina esegue esponendo così a lui il sedere, mettendo in bella vista la base del plug che un po’ tende a venire fuori per la posizione.
Lui allunga la mano verso le natiche, prendendo la base del plug e con un movimento, molto molto lento, sfila il tutto, quasi come stesse stappando un buon champagne.
Martina si muove pochissimo, quasi trattiene il respiro.
Dal punto di vista di lui ci sono due chiappe ben disposte con il buco del culo bene aperto e pronto ad accoglierlo. E’ i suo feticcio, ama vedere il buco del culo aperto, lo considera una disponibilità.
Non la tocca ancora e smanetta un po’, Martina non capisce bene cosa stia accadendo perché non vede bene il riflesso sul mobile di fronte a lei.
Poco dopo lui le mette un dito dentro, entrando facilmente, ma entra ed esce subito, senza fare altro.
Inizia a masturbarsi e Martina sente solo dei piccolissimi rumori dai quali intuisce il gesto. Lui non le da alcun ordine per cui resta ferma e immobile. E’ bagnata, lo sente ma non può toccarsi per verificare. E’ eccitata dalla situazione anche se teme che da un momento all’altro lui la penetri senza troppi complimenti e preliminari di altro tipo.
Lui è silenzioso, non dice nulla. Lei è immobile e continua a respirare piano piano, è quasi in apnea e non capisce perché.
Ad un certo punto lo sente avvicinarsi, sente la mano destra di lui poggiarsi sul fianco e inginocchiarsi dietro di lei, un ginocchio giù e uno su per l’esattezza… poi, in un solo e unico movimento, è dentro.
Pochi colpi, forse se o sette e si ferma riempiendola di sperma.
Martina sgrana gli occhi, sente il clitoride pulsare, vorrebbe toccarsi ma non lo fa, vorrebbe chiedergli il permesso ma non lo fa, vorrebbe venire e non lo fa. E’ pietrificata dalla cosa.
Lui intanto esce, si siede sul divano dove comodo si ricompone chiudendo la zip dei pantaloni e la fibbia della cintura. Appena è del tutto comodo dice “Martina, stai per sgocciolare e non è sperma quello! Mettiti in ginocchio girata verso di me, con le mani dietro la nuca”.
Lei come sempre esegue senza fiatare.
Appena è in posizione aggiunge “Ora alzati in piedi e squotta”. Esegue.
“Adesso ferma li, finché la goccia della tua bava di figa non cade a terra.” dice lui.
Aspettano poco meno di 5 minuti, appena il gocciolone è a terra lui aggiunge “Ora mettiti a quattro zampe e lecca, poi alzati e infilati in vasca in camera”.
Martina attraversa il corridoio quasi al buio, arriva in camera e accende una lampada, va in bagno e si infila in vasca. Qualche minuto dopo arriva anche lui. Fa gli stessi pochi movimenti di prima, slaccia la fibbia, abbassa la zip, tira fuori il cazzo e piscia.
Il caldo della pipì scalda Martina che intanto chiude gli occhi. Quando lui finisce le apre l’acqua calda e le indica di farsi una doccia.
“Ti aspetto a letto” poi aggiunge..