Oggi intervisto Bing, un appassionato di Pet Play e sottomissione… sapete cos’è il pet play e il puppy play?
Ce ne parla lui, raccontandoci la sua esperienza, ciò che prova e qualche curiosità.
Chi è Bing e come si è avvicinato al bdsm?
Sono un ragazzo molto semplice all’apparenza, 27 anni, un lavoro comune niente tatuaggi, nessuna moda da seguire.
E in passato molto impacciato con le ragazze in realtà anche adesso mi capita.
Mi sono avvicinato a questo mondo a 22 anni, anche se, il desiderio di certe pratiche bdsm le covavo da parecchio tempo, da quando ho memoria anche a 10 anni nutrivo interesse nel vedere nei film in tv in certe scene la gente legata, poi con il tempo e la sessualità le cose si sono evolute.
Internet mi ha permesso di esplorare nella tranquillità della mia cameretta, passando da un sito ad un altro, e pian pian ho conosciuto ragazze con cui ho fatto le prime esperienze, è stato come ritrovarmi in un sogno, quelle fantasie che per anni mi tenevano sveglio a fine giornata si erano in parte realizzate.
Poi scoprii party e aperitivi, li ho conosciuto molte persone che mi hanno aiutato a crescere e accettare certe miei desideri che temevo di esprimere in passato,e scoprendone di nuovi.
Sei d’indole sottomessa, ma ti piacciono moltissime tipologie di giochi tra cui anche quello in cui interpreti un Pet, ovvero un animaletto. Cosa ti piace di questa tipologia di pratica?
Le coccole sicuramente.
Non so di preciso com’è nato questo mio ruolo, non è stata una scoperta fatta tramite un video o immagini, mi ci sono ritrovato naturalmente.
Ho sempre preferito non esprimermi troppo durante le prime esperienze, e avere una qualsiasi gag mi piaceva parecchio.
Poi il volere stare accucciato accanto alla Miss con la restrizione di stare calmo, quando sei eccitato a tal punto di tremare è una sensazione unica per me.
In quel momento ti disconnetti dal mondo, nessuno pretende nulla da te in quelle condizioni.
Non puoi parlare per via del bavaglio, le gambe appoggiano solo sulle ginocchia, le mani sono chiuse a pugno, il collare stretto con guinzaglio corto non ti fa muovere troppo… e la mia coda morbida aiuta ad attirare grattini, probabilmente anche il mio sguardo da cucciolo.
Sei anche d’indole masochista, come racconteresti a un “estraneo” al bdsm il tuo rapporto col dolore?
Domanda difficile.
Mi viene da rispondere inizialmente in maniera tecnica, in un documentario bdsm spiegavano che i ricettori del piacere e del dolore sono gli stessi e in certe condizioni il segnale che arriva al cervello può essere “confuso” e perciò dare una sensazione di piacere.
Ma per me il desiderio del dolore aumenta con l’eccitazione e il trasporto del gioco.
Arriva dopo per me, più sono eccitato più si alza la soglia del dolore e il voler essere punito o legato più stretto.
I segni che rimangono a fine gioco mi piacciono, sia quelli causati da una bacchetta o da una legatura e certi dolori che si fanno risentire in maniera lieve nei giorni seguenti possono rievocare dei momenti molto intensi che hai passato nella pratica, per me è una bella sensazione.
Però credo che un po tutti siano masochisti in minima parte, sono poche le ragazze che non apprezzano il buffetto durante la pecorina, o gli uomini nel sentire le unghie sulla schiena durante la missionaria.
Nel bdsm è molto più amplificata e varia da persona a persona.
Se una o un sottomessa/o ti chiedesse “come posso iniziare? da dove si comincia?”, cosa gli consiglieresti?
Gli consiglierei di venire a qualche aperitivo, li si possono conoscere molte persone in un ambiente neutro, io non sono molto da social, ma su i classici instagram e facebook si possono trovare varie pagine collegate al mondo bdsm, e se si vuole proteggere la propria privacy, usare un secondo profilo dedicato solo per queste pagine stando attenti con chi si parla, purtroppo non si ha mai la certezza di chi ci sia dall’altra parte.
E quando troverete un partner non abbiate timore di chiedere altre informazioni o di esprimere le proprie paure o limiti, non siamo tutti uguali e per molte pratiche ci si arriva per gradi, il bdsm lo si può vivere in molti modi, ma inizialmente è importante parlare per evitare spiacevoli situazioni.
C’è chi pensa che il bdsm siano un paio di manette con il pelo rosa, c’è chi si fa sospendere a testa in giù, bendata, imbavagliata con un vibratore tra le gambe mentre viene frustata.
Direi che è molto importante parlare per capire a che livelli si pratica.
Quali sono le pratiche che ami di più e perché?
Il pet play lo abbiamo già accennato ma sono un amante della restrizione e della negazione.
Indossare la cintura di castità, ricevere del soft cbt, essere immobilizzato con una gag fino a salivare, ho un fetish verso la saliva, e se ci mettiamo la stimolazione prostatica con strapon o altri sex toys, entro in una sorta di trance, in quel momento mi disconnetto totalmente da tutto, il mio lato masochista richiede più dolore, e certe volte fuoriesce anche il mio lato bisex.
Il respiro diventa più veloce.
Inarco la schiena, abbasso la testa ed espongo il fondo schiena in attesa di qualche stimolo, che possa saziare il mio lato masochista o provocare un orgasmo prostatico.
Quel momento è fantastico.
È molto più intenso e più duraturo rispetto a un classico orgasmo e il più delle volte mi lascia senza forze e tremante. Ma la mia fantasia spazia molto e ci sono altre pratiche o situazioni che mi piacerebbe provare.
L’essere esposto, privato di vista e udito senza sapere cosa accadrà è tutt’ora una fantasia, ma non ho fretta a realizzarla.
Ti sei mai trovato in situazioni “pericolose” o potenzialmente pericolose?
Per adesso mi ritengo fortunato, ho sempre sperimentato con persone capaci e responsabili, al massimo mi sono ritrovato in situazioni imbarazzanti. Dover andare per ultimo a far la doccia post allenamento perché avevo la schiena segnata da frustate.
Oppure andare a cena con amici con i segni delle corde sulle spalle e sui polsi, e vestirsi in maniera da non mostrare nulla.
O dimenticarsi la borsa piena di sex toys in camera.
Ma nulla di tragico.
I tuoi amici sanno che fai bdsm? se si, come glielo hai raccontato?
Solo un paio di amici stretti sanno di me.
Purtroppo temo la reazione e che la voce possa circolare fuori dal gruppo.
Ma chi sa di me si è mostrato incuriosito, sapevo di potermi fidare e sapevo anche che potevano capire, che non mi avrebbero allontanato.
Ho mostrato a loro qualche sex toys e ricordo che ero parecchio agitato, mi tremava la voce nel parlare e dovetti sedermi.
Gli parlai di qualche esperienza e che volendo saremmo potuti andare a un aperitivo assieme, e nel caso di non parlare di 50 sfumature di grigio.
A volte dovevo fargli capire perché ogni tanto ero assente nei weekend, ero vago sulle motivazioni. Mi dispiace quando evito di approfondire la conoscenza con una ragazza per paura della reazione che potrebbe avere nel dirgli certe cose.
Quando racconti a un estraneo alla scena sadomaso che fai bdsm, qual è la reazione media?
Qua non posso dire molto, perché non ne parlo fuori dall’ambiente, mi viene un sorriso nervoso quando senti le mille avventure di certi presunti play boy e io preferisco tacere sembrando il ragazzo vergine.
Immagine di copertina presa da www.theitalianpuppy.com/