Oggi il racconto erotico di Plug the fun lo scrive Limerence.
Se anche voi volete scrivere un racconto erotico e pubblicarlo sul blog potete inviarlo a: [email protected] .
Poche regole: un buon italiano e un minimo di 700 parole!
Aspettando i vostri racconti, vi auguriamo una buona lettura.
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Anna è andata a trovare la sua cara amica Marta per la sua festa di compleanno. In effetti, c’è andata a malavoglia. Lei è un po’ introversa, e non si sente a suo agio tra i conoscenti dei conoscenti, soprattutto dopo la storia finita male con Claudio. Non vuole saperne di socializzare, parlare, flirtare. Con nessuno. È venuta esclusivamente per fare un piacere a Marta, che conosce da tanto tempo, anche alla fine non sono riuscite a parlare molto. Ma d’altronde c’era da aspettarselo.
Marta è una tipa esuberante, e vuole che alla sua festa si divertano tutti. Si sono rivolte sì e no due parole, alla fine, e gli altri sono tutti così… noiosi. Una persona interessante con un po’ di alcool diventa uno spettacolo, una persona noiosa non fa altro che diventare ancora più noiosa. Oltretutto, lei ancora deve prendere l’autobus per tornare a casa, quindi non può neanche restare fino alla fine.
In realtà una persona interessante c’è. C’è un tipo con degli occhioni grandi e intensi, di sfuggita sembrano quasi gialli. E la fissa. La fissa tanto da alcuni minuti. Però non lo fa in un modo scabroso. No, c’è una certa dolcezza nel suo sguardo, e poi l’accenno di un sorriso nel lato destro della bocca. C’è un gioco di sguardi tra i due, e qualche sorriso. È una di quelle volte in cui c’è semplicemente una chimica inspiegabile ed entrambe le parti ne sono al corrente. Ma… no, Claudio sta ancora nel suo sistema. Non riesce a prendere l’iniziativa di andare a parlarci.
Lei sta seduta sul divano. Di fronte a lei alcuni bicchieri vuoti. Aspetta di beccare Marta per dargli un bacetto sulla guancia e alzare finalmente i tacchi. Guarda un po’ Instagram, chatta un po’ con la mamma. Guarda le foto di Claudio. Alcune le cancella e altre no. All’improvviso, sente un odore particolare… un buonissimo profumo mischiato ad un odore maschile, e molto, molto vino rosso. Mister Dracula si stravacca nell’altro lato del divano con una coppa di vino scuro in mano, e non smette di fissarla. C’è un silenzio imbarazzante. O almeno, Anna è in imbarazzo, il mister sembra semplicemente divertito, e chiaramente brillo.
Dopo qualche minuto, un po’ indispettita, Anna chiede ‘Cosa guardi?’
Con un sorriso, lui risponde ‘Ciò su cui si posano i miei occhi.’
‘Hai capito benissimo cosa voglio dire.’
‘Beh, allora… non so risponderti, perché non so cosa sto guardando…’ beve un sorso di vino ‘…cosa sei?’
‘Cosa sono?’ le scappa un sorriso, ma ritorna seria in un attimo. ‘Qualsiasi cosa io sia, voglio tornare a casa al più presto.”
Il mister sghignazza. ‘Anche io. Sono qui solo per il vino, Marta ha un ottimo gusto.’
Segue un silenzio. Anna poi chiede “E tu… tu cosa sei?”
Il mister, lentamente, le si avvicina. Mette una mano dietro la sua nuca e le sussurra “Io sono gli occhi che ti hanno guardata, che ti stanno guardando ora, e che vogliono guardarti ancora, e magari qualcosa in più. Presto o più tardi.”
Anna finalmente sente la voce di Marta che si avvicina. Prende la borsetta. ‘Oggi non vedranno molto altro”. Si alza velocemente e si allontana. Saluta Marta, le dà un bacio sulla guancia e se ne va. Prima di andarsene lancia un’occhiata al mister. Lui non è arrabbiato, ha esattamente la stessa espressione di prima.
Camminando, l’alcol entra finalmente in circolo. Non aveva fatto troppa attenzione a quanto avesse bevuto fino ad allora, ma grazie al cielo non abbastanza da farla uscire completamente di senno. Mentre si avvicina alla fermata per prendere l’ultimo autobus ripensa al tizio. Non si ricorda di averlo mai visto prima. Fruga su Facebook per capire chi è, ma non lo trova. Compare nelle foto di alcuni amici di Marta. Si riferiscono a lui come Serse. Controlla Instagram. Eccolo. A quanto pare è un artista, lavora come graphic designer. Ci sono riferimenti all’occulto, qualche citazione dai The Cure. Finalmente, si siede alla fermata. Un posto ai limiti periferici della città.
Comincia a pentirsi di non essersi trattenuta con Serse un po’ di più. È da qualche mese ormai che la storia con Claudio è finita, e non riesce ad andare avanti. Non ha avuto neanche avuto tanta voglia di masturbarsi in questi ultimi tempi da quanto era giù. La sua libido era a zero. Eppure, questo tizio è riuscito a solleticarla in più modi. Si ripromette di smetterla di lasciarsi ingoiare da questa ondata di negatività. La prossima volta coglierà la palla al balzo. Le arriva un messaggio da Marta. Dice ‘Mi dispiace che non siamo riuscite a parlarci (…) vengo a trovarti presto così abbiamo un po’ di tempo per noi due.’ Anna le risponde, ‘non vedo l’ora (…) comunque, ho parlato con un certo “Serse”, lo conosci?”. Guarda la galleria di foto del cellulare… una cartella si chiama Claudio.
Stringe le labbra.
Seleziona.
Tre puntini.
Elimina.
‘Ma… chi si aspettava di trovarti qui?’
È la voce di Serse. Entrambi sono molto sorpresi di vedersi.
‘Oh… beh, io non abito qui, scendo fra quattro fermate…’
‘Neanche io. Abito al capolinea.’
Si siede accanto a lei nella panchina. Cominciano a parlare del più e del meno. Ad Anna questo tipo piace parecchio. È uno spudorato, ma allo stesso tempo garbatissimo e dolce. Entrambi stanno avendo un momento magnifico, e non si accorgono minimamente che l’autobus, semplicemente, non è passato affatto.
Questo incontro con Serse sembra una combinazione astrale di qualche tipo. Forse è merito di questa ritrovata risolutezza, e magari l’alcool è un po’ complice, ma ha deciso che questa notte vuole fare la pazzerella.
‘Comunque… mr. Occhi, alla fine sei riuscito a guardarmi ancora.’
Si avvicina un po’ di più a lui. Con molta nonchalance si alza la gonna per mostrare un poco di cosce in più.
‘Hai detto che avresti voluto vedere qualcosa in più… cosa intendevi?’ Accenna un sorriso, e i suoi occhi si fanno decisamente più ammiccanti.
‘Beh…” Lentamente e con delicatezza, le mette una mano nella coscia. Lei, prontamente mette la gamba sinistra sulle sue, in un modo che sposta la sua mano nella parte interna della gamba. Lui fa un’espressione allo stesso tempo stupita e divertita. “… ti ho immaginata nuda sin dal primo momento che ti ho vista’
‘Mi hai solo immaginata nuda… o hai immaginato anche qualcos’altro?’
‘Quando eri seduta sul divano… avevi le gambe incrociate… cazzo, hai delle bellissime gambe. Volevo sbatterti lì, in quel momento.’
‘Uhm…” mette anche l’altra gamba sulle cosce di Serse. “Volevi, o… vuoi, sbattermi in questo momento?’
Lui si guarda attorno. Non c’è nessuno, le luci delle case attorno sono prevalentemente spente.
‘Voglio sbatterti adesso.’
Lei lo guarda per un istante, e quasi presa da una convulsione, lo bacia. Lo bacia con passione. Non c’è nessuna timidezza, nessuna esitazione. Le loro lingue danzano, esplorano. Lei sente la barba in ricrescita di lui pizzicarle le guance. Gli lecca le labbra… lui le morde il labbro inferiore. È qualcosa di animale. Si baciano come se si conoscessero da una vita.
Anna prende la mano di Serse. Si corica completamente sulla panchina. Mette il piede sinistro sulla spalla destra di Serse, e guida la sua mano sotto la gonna. Gli fa afferrare le mutandine. Lui le sfila, lentamente. I loro battiti si fanno sempre più veloci, e sudano freddo. Nessuno dei due l’aveva mai fatto così, all’aperto. Lei sente le mani di Serse accarezzarle le gambe fino ad arrivare alle ginocchia. Lui freme dall’eccitazione.
Ad Anna sembra di sentire ogni piccolo tremore delle sue braccia. Appena lui arriva alle ginocchia, lei solleva anche l’altra gamba, affinché lui riesca a rimuoverle completamente. Lei finalmente alza la gonna per rivelare cosa c’è sotto, mentre lui le toglie le scarpe e comincia a baciarle le gambe. Le sta degustando, le mordicchia un poco. La afferra con passione. Con una mano le massaggia le gambe, e con l’altra le afferra il culo. I suoi occhi finalmente smettono di essere agganciati agli occhi di Anna, per concentrarsi sulla sua bellissima figa. Lei non si è mai sentita così eccitata, così disinibita, così porca. Anche lui sembra quasi indeciso dalla lentezza con cui si muove. In realtà non lo è affatto: è così eccitato che è quasi disorientato. Ma a poco a poco ritorna in sé. Sta morendo dalla voglia di assaggiare quel bellissimo spettacolo.
‘Questa è la figa più bella che abbia mai visto’
Ad Anna scappa una risatina monella. Poi si mette una mano in bocca… sono pur sempre all’aperto. Sotto gli occhi, seppur sognanti, di tutti. Si morde un dito. I suoi occhi sono spalancati e bramosi.
Si corica anche lui. Comincia baciando e mordendo le morbide cosce di Anna, ad occhi chiusi. La sua pelle è setosa, e c’è un odore dolcissimo. Non sembra essere profumo, è proprio l’odore di Anna. È così inebriante. Pura pazzia dei sensi. La sua bocca si fa vicinissima alla figa di Anna. Lei quasi non ne può più, vuole semplicemente sentire le labbra di Serse sulle sue altre labbra, quelle del sesso.
Lui invece… che ha recuperato quel poco di senno che gli fa tornare in memoria le molte esperienze passate, sembra quasi dimenticarsi della figa. Le bacia l’addome, le massaggia i fianchi. Le palpa le natiche. La graffia delicatamente. Le morde l’interno coscia. Fa pure un succhiotto sulla coscia destra. Tutto finemente calcolato per torturarla, per pregargli di scoparla con la bocca. Lei è disperata. È talmente eccitata che sente i suoi umori scorrergli per le cosce. Non è più desiderio, è una fame disperata.
‘Cazzo… leccami, ficcami un dito dentro, fai qualcosa…”
Lui riapre gli occhi, e guarda dritto nei suoi. ‘Guardami.’ dice, serio. Quasi come se fosse un ordine, e lei ubbidisce. Allora lui… lentamente comincia a disegnare le forme della vagina con la lingua. La bacia con delicatezza. Con le labbra le pizzica dolcemente le sue labbra inferiori. Esplora lentamente e delicatamente tutte le forme carnee di questo meraviglioso organo. È una sensazione stupenda, un bellissimo e delicato solletico… ma lei vuole di più. Sono passati cinque minuti, ma la sensazione è che lui la stia torturando da un ora. Si lascia andare uno sbuffo frustrato, fievole e tremolante.
Questo per lui è il segnale. Prende la pelle del basso addome e la tira delicatamente verso l’esterno, rivelando la clitoride. La mette in bocca e comincia la sua raffinata danza di lingua e di labbra. Succhia delicatamente, ma ad un ritmo sostenuto. Apre e chiude le labbra, mentre la lingua va su e giù. La sensazione è talmente travolgente che lei si lascia andare un gemito intenso ma cortissimo. Si copre la bocca immediatamente e si guarda attorno.
Sente il suo seno… sembra quasi chiamarla. Vuole attenzioni. I suoi capezzoli fanno quasi male, si sentono troppo stretti sotto il reggiseno e la camicia. I seni sudano dal caldo estivo e dall’intensa eccitazione. Vogliono respirare, vogliono ossigeno. Lei si sbottona, ansimando, tremando. È un’immensa fatica concentrarsi per avere un poco più di libertà. Apre il reggiseno, e i suoi seni cadono giù, bellissimi e teneri, all’apparenza quasi succosi.
Lui è in trance. Adora il sapore della figa e resterebbe ore ad assaggiarla, soprattutto quella di Anna. Decide di aumentare il piacere di lei, e inserisce l’indice e il medio di entrambe le mani dentro di lei, senza mai smettere di leccarla, succhiarla. Entra delicatamente, ma lei è talmente bagnata da non esserci nessun bisogno di minuziose attenzioni. Una mano accarezza la parte superiore, e l’altra quella inferiore. Le sue dita accarezzano, entrano ed escono. Dapprima lentamente, e poi sempre più veloce.
Lei sta impazzendo adesso. Si morde le braccia, per non gridare. Si stringe i seni. Strizza e accarezza i suoi capezzoli. Le sue gambe stritolano la testa di Serse, fortemente agganciate sulle sue orecchie. È una sensazione potentissima quella che sta sentendo adesso. Non ha mai patito una pena così assolutamente e impagabilmente edenica. Ma lei… qualcosa… non la soddisfa. Vuole altro. Vuole di più. Vuole il suo cazzo. Lo vuole dentro.
‘Ehi ma… ma… ma… ma il tuo cazzo, deve star esplodendo, eeeh…?’
Lui si ferma, gradualmente. Era talmente preso da non essersi reso conto che, senza scherzi, gli stava facendo davvero male la sotto. Non solo era costretto da un paio di jeans stretti, era pure schiacciato sopra le panchine poco gentili della fermata dell’autobus. Dà un ultimo bacione alla figa di lei e si siede. Si sbottona i jeans, rivelando il suo cazzo, durissimo e fierissimo. Chiude gli occhi. Apre la bocca e lascia che la sua testa cada all’indietro per respirare un poco. Lei si alza velocemente, anche se quasi non riesce a stare in piedi da quanto le tremano le gambe. Si toglie la camicia, e lancia il reggiseno in strada. Respira forte, quasi rumorosamente, e di tanto in tanto le scappa un fievole gemito acuto.
Quando si gira di nuovo verso di lui, e vede la sua erezione… quasi come se fosse un richiamo ancestrale, un ordine da qualche antenato che la osserva da lontano, si inginocchia davanti a lui e lo ficca in bocca. Quasi per intero. Serse non se lo aspetta minimamente, e quasi si spaventa quando sente le labbra di lei sul suo corpo. Sembra quasi posseduta, va su e giù con la testa. Questa frizione lascia andare quei tipici rumori liquidi e versi gutturali che fanno impazzire chi li sa apprezzare. Lei è quasi grata a lui. Dopo quei mesi senza sesso, senza passione, felicità, lui le ha fatto un bel ripasso di vita. E che bella lezione che è stata. Vorrebbe dargli il pompino della sua vita, e infatti va su e giù come un’ossessa, come mai si era concessa prima. Però lei vuole il cazzo… e lo vuole dentro, ma insomma… lo vuole nel lato opposto.
Lascia uscire il cazzo dalla sua bocca e si inginocchia su di lui, con le ginocchia nude sulla panchina. Lasceranno un segno di righe metalliche profondissime sulla sua pelle, ma lei il quel momento non lo sente. Non lo può sentire.
‘Sbattimi Serse, Fottimi. Spaccami in due. Ti prego, fammi morire, ammazzami.’
Non sa più cosa sta dicendo, ma Serse non ha bisogno di ricordarsi come si parla l’italiano per capire cosa vuole. Le afferra i fianchi e lentamente si infila dentro di lei. Lei sente ogni singolo centimetro di lui accarezzarle le sue più intime mura. La sua bocca è apertissima, e lui la bacia, senza aspettarsi reciprocazione. Le morde le labbra e glie le succhia. Lei non capisce più nulla, e resta immobile. Ormai non riesce neanche più a trattenersi dal far sapere al vicinato cosa stia accadendo.
I suoi gemiti hanno un che di musicale. Sono acuti, sostenuti, tremolanti, e soprattutto chiassosi. Lui le acchiappa le braccia, e le costringe dietro la schiena. Anche lui, sentendo il calore di lei con la sua estremità segreta, ha perso di nuovo il controllo. Le entra dentro con una forza inaudita. I seni di lei cadono perfettamente sulla sua bocca, quasi come fossero pioggia che scende su di lui. Lui li lecca, li succhia, li morde, mentre la penetra ossessivamente, fortemente. Entrambi suonano un duetto che rompe il silenzio della notte. Alcune luci dei condomini vicini si riaccendono, ma i due non ci fanno caso. Effettivamente, non possono farci caso.
Lei è quasi al limite, non riesce più a sopportare tutto questo. Anche lui comincia a sentire qualcosa … è arrivato il momento. Lui lancia un grido secco. Lei sente il getto dentro di sé. Il tempo sembra fermarsi per un istante. Poi lei si scioglie su di lui. Lui la abbraccia e le accarezza i capelli. Restano in silenzio per un po’. Poi cominciano a ridere, inizialmente un po’ timidi, e poi quasi istericamente. Si baciano, sorridendo, felici, soddisfatti.
Lei tira fuori il cellulare. Sono le due meno un quarto.
‘Beh… che facciamo’ dice lui.
‘Marta non abita lontano da qua… le chiediamo se possiamo stare da lei per stanotte.’
Lui si fa serio per un secondo, poi concorda con lei. Non ci sono molte alternative. Si preparano. Lui tira fuori delle salviette umide, e comincia a pulirle le gambe. Lei controlla il cellulare. Marta ha risposto:
‘Serse? È un grande. Lo conosco da tempo. Ci vedevamo in passato, scopa da dio. Perché?’