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Plug the Fun

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Far out.

La Lava Lamp Rossa

Novembre 16, 2020 //  by Marta//  Lascia un commento

Oggi il racconto erotico di Plug the fun lo scrive Rossana.

Se anche voi volete scrivere un racconto erotico e pubblicarlo sul blog potete inviarlo a: [email protected] .
Poche regole: un buon italiano e un minimo di 700 parole!

Aspettando i vostri racconti, vi auguriamo una buona lettura.
_____________________________________

Ero arrivata da soli due giorni nella nuova casa che avevo affittato per l’università. La mia camera era la più grande, l’unica con un letto matrimoniale, due scrivanie, due armadi, addirittura un divano. Stranamente veniva lo stesso prezzo delle altre ed era a soli cinque minuti a piedi dalla facoltà.
L’avevo arredata in modo da renderla il più “mia” possibile, per riuscire quantomeno a sentirmi a mio agio: lenzuola nuove e colorate, la Lava Lamp dalla luce rossa che Lui mi aveva regalato per il mio compleanno, orologio, specchi, due lampade alte ai lati della camera (questo perché non c’era un lampadario a soffitto) insomma piccoli oggetti d’arredamento che rendono un posto personale.

Avevo deciso di invitarlo quella notte per inaugurarla in un certo senso. Chiesi alle mie coinquiline se fosse un problema, non perché mi importasse davvero, più per un gesto d’educazione, ero sicura che non mi avrebbero detto di no (essendo entrambe fidanzate).
Lui arrivò verso le dieci. Mi limitai a farlo salire ed entrare in camera, non gli feci fare il tour della casa e tantomeno lo presentai alle altre ragazze, sia perché era tardi sia perché non erano i miei piani per quella sera…

Entrò in camera ed esclamò:” Cazzo… è enorme rispetto a come l’avevi descritta. E ci entra anche un divano!?”
Io:” Affarone vero? Per metterla allo stesso prezzo delle altre sicuramente il problema sarà il riscaldamento, ma lo scoprirò solo a dicembre, fa ancora abbastanza caldo da dormire con le finestre aperte.”
L:” Vero. L’hai decorata bene, mi piace dove hai messo la Lava Lamp che ti ho regalato.”
Io:” Sì, sulla scrivania illumina tutto quest’angolo.”

Andammo avanti parlando del più e del meno per una decina di minuti, gli mostrai la strada su cui si affacciava la mia camera e come avevo sistemato le cose negli armadi. Non che ci sia molto da vedere in una camera dopotutto. Decisi così di mettermi il pigiama, dovendo passare tutta la notte insieme tanto vale mettersi subito comoda.
Tolsi i pantaloni di jeans e la camicia che avevo usato quel giorno a lezione mentre lui si sedeva ad un angolo del letto; indossavo un paio di mutandine di pizzo bianco semi trasparente e un reggiseno bianco di seta. Non appena rimasi in biancheria e mi avvicinai per prendere il pigiama mi tese la mano… capii di dovermi sedere in braccio a lui. “Ti donano queste” disse toccandomi una gamba e guardando in un punto ben preciso tra le mie cosce.

Con le mie mani intorno al suo collo iniziammo a baciarci molto lentamente, senza nessuna fretta, non ne avevamo nessuna.
Dopo pochi minuti, iniziò a far salire lentamente la mano verso il mio interno coscia… più lui saliva più la mia eccitazione aumentava in maniera esponenziale. Potevo già percepire che fossi bagnata. Mise una mano dentro le mutandine e iniziò a muoverla lentamente, decisi a quel punto di rendere l’atmosfera più intensa: mi alzai e spensi l’unica lampada accesa tra le due presenti in camera (avevo infatti deciso prima che arrivasse di accoglierlo con un’atmosfera soft). Non rimanemmo completamente al buio… La Lava Lamp con la sua inconfondibile luce rossa era già accesa e illuminava tutta la camera di un profondo rosso.

Mi sedetti nuovamente in braccio a lui e tolsi il reggiseno guardandolo. Aveva già cambiato sguardo.
Riprendemmo a baciarci mentre con una mano mi spostava le mutande di lato e riprendeva a toccarmi, entrando lentamente dentro di me con due dita. Si spostò leggermente dalle mie labbra e sorrise con quel ghigno che mi fa sempre capire di essere già un lago.
Mi fece alzare e sdraiare sul letto, mentre lui si inginocchiava per terra e prese a togliermi l’unico pezzo di vestiario rimasto.
Iniziò subito a leccarmela, alternando movimenti più ampi a movimenti più piccoli e mirati. Le grandi labbra, poi le piccole, il clitoride, verso l’apertura e dopo di nuovo sul clitoride.
Mi godevo ogni suo movimento ansimando e tenendogli la testa con una mano e le coperte con l’altra, la luce rossa emanata dalla lampada rendeva tutto esageratamente più intenso e piacevole, quasi come una scena di “Love” di Gaspar Noe.

Alla lingua aggiunse due dita che iniziò a muovere internamente e con forza, portandomi ad emettere qualche gemito sommesso. Non potevo fare molto rumore, dopotutto vivevo con quelle che fino a quel momento erano ancora delle perfette sconosciute. Continuando a muovere le dita dentro di me, ormai gocciolante, si alzò e rimase qualche istante a fissarmi come se volesse già scoparmi con tutta la forza. Ma si limitò a prendermi il collo con la mano libera, stringendolo e muovendosi più forte dentro di me, per poi togliere la mano e stendersi di fianco e, continuando a toccarmi, gli slacciai i pantaloni iniziando a toccarlo a mia volta, ormai già duro ed eccitato.

Fui io a questo punto ad alzarmi e inginocchiarmi per prenderglielo in bocca, lentamente all’inizio per bagnarlo come si deve, accelerando man mano il ritmo aiutandomi con una mano. Vidi come lui ribaltò la testa all’indietro e percepii un “…Dio” uscire sommesso dalla sua bocca. Sorrisi mentalmente e continuai a dargli piacere sentendolo ansimare.
Fu lui a farmi alzare, si spogliò completamente, si infilò il preservativo e senza dire una parola mi penetrò senza esitare e senza la minima fatica mentre ero sdraiata. Anche in questo caso iniziò lentamente per poi accelerare, rallentare di nuovo e iniziare a darmi colpi secchi e decisi mente mi teneva il collo. Continuando in questo modo mi guardò e mi tirò due schiaffi in faccia, mi fece alzare e mi mise a quattro zampe sul letto, riprendendo a scoparmi più forte, più in profondità.

Dovetti mordere le lenzuola e stringerle con entrambe le mani per trattenere ogni gemito… e più io stringevo, più lui andava forte, più colpi secchi mi dava istigandomi. Poggiai la testa sul materasso alzando un po’ il culo e mi girai a guardarlo, mi fissò e disse lentamente “Questa luce non sai quanto ti dona e quanto mi faccia godere”.
Quando mi scopa in quella posizione mi guarda sempre come se fossi solo una troia, e a me questo fa godere ancora di più. Ma quella sera, come ho già ripetuto e continuo a sottolineare, c’era quella luce maledetta.
Avrei voluto che continuasse a scoparmi in quel modo per sempre.

Incurante delle altre persone nella casa, mi tirò un paio di schiaffi sul culo per poi alzarmi di nuovo e sdraiarsi. Mi misi sopra di lui e iniziai a muovermi su e giù, sentendolo tutto nella sua grandezza dentro di me. Faceva quasi male, ma l’eccitazione era tanta da superare quella minima soglia di dolore, anzi faceva da contorno, portandomi a muovere con più forza. Gli graffiai il petto mentre lui mi teneva i fianchi e mi spingeva più forte sul suo cazzo. Fissandomi si alzò e mentre era seduto continuai a fare avanti e indietro tirandogli i capelli e sentendo di star per venire. Lo capì anche lui che, per non farmi urlare, mi tappò la bocca mentre venni in un orgasmo lento ed intenso. Continuai a muovermi e poco dopo venne anche lui.

L:” Speriamo che la ragazza qui di fianco non abbia sentito.” Commentò lui. Risi mentre mi ricomponevo e mi infilavo il pigiama. “Ti è piaciuta la lampada?” Gli chiesi.
L:” Il miglior regalo che ti abbia mai fatto.”
Così ci infilammo sotto le coperte, addormentandoci in un sonno sereno e profondo dopo una scopata che, a distanza di quasi un anno, ricordo ancora nei minimi particolari.

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Categoria: Racconti EroticiTag: blogger, lavalamp, plug the fun, racconti, racconti erotici, racconto erotico, rosso, sex blogger

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