Ho deciso di scrivere queste linee guida perché Max Ulivieri mi ha portato a riflettere ulteriormente sull’argomento del pubblico educato, per questo lo ringrazio molto. Il tutto per altro è accaduto in un’intervista che mi ha fatto e che trovate sul suo canale youtube.
Già diverse volte ho chiacchierato di questo tema sia in live twitch che in storie di ig o post. Ultimamente stiamo un po’ facendo dei test sempre in live per capire un po’ come funziona il pubblico quando parli di sesso.
Perché voglio parlare di questo argomento spinoso
Perché mi piace cacciarmi nei guai!
Chiaramente il mondo del web è particolare, quando ci troviamo dietro a uno schermo ci trasformiamo in un’altra persona, o per lo meno interpretiamo una parte di noi molto più sciolta e disinibita, spesso senza filtri.
Ci sentiamo protetti da uno schermo e probabilmente da chilometri di distanza con l’altra persona. Per cui ci ritroviamo a essere altrettanto diretti nella tipologia di domande e soprattutto nei modi.
Voglio infatti parlare di questo argomento perché mi piacerebbe portare il mio modello su scala più ampia soprattutto per chi parla di sesso, fa divulgazione e sex working di vario tipo.
Non credo sia facile fare delle linee guida utili per chiunque perché non possono essere trasversali. Ogni situazione è a se e di conseguenza anche la circostanza in cui ci cimentiamo.
Educare, è davvero necessario?
Educare è complesso in generale. Chi educa ha un ruolo fondamentale nella società perché permette agli altri di contestualizzare, vivere, avere riferimenti culturali. Siamo frutto dell’educazione e quindi di tutti i processi e situazioni che ci precedono.
Educare è come piantare un seme, è chiaro che la pianta può nascere in una direzione piuttosto che un’altra, ma educare vuol dire anche accompagnare. Nel mio caso penso che educare sia molto simile al far crescere un bonsai, al dare una forma a una pianta molto complessa. Sulla crescita influisce il sole, fili di acciaio per dare forma, il giusto fertilizzante e molta molta cura.
Io ho deciso di lanciarmi nel campo della divulgazione e non dell’educazione diretta, ma ci sto lavorando perché mi piacerebbe essere educatrice sessuale (ma le mie attuali lauree non mi permettono di fare un corso).
Facendo divulgazione in parte mi occupo di educazione. Nel mio caso cerco di educare una cerchia di persone interessate alla sessualità, tema per altro complesso e delicatissimo.
Devo farlo?
In realtà non sarebbe necessario, direbbe molta gente, però nel momento in cui io affronto un tema che si riflette molto nella società moderna, facendolo in modo che possano imparare qualcosa dai miei argomenti, in parte spero che imparino anche i modi.
Se parlo di sesso, oltre a spiegare in pratica come funzionano i sex toys, le pratiche, gli eventi ecc, cerco anche di passare il messaggio che tutte queste cose vanno fatte a modo e con garbo, anche le “peggiori”. Del resto col sesso e soprattutto con la sessualità alternativa andiamo a toccare tasti molto profondi e oscuri della psicologia umana.
Il tuo pubblico riflette ciò che fai
Io la penso così. Per questo cerco in tutti i modi di mantenere un certo comportamento e una certa trasparenza.
Il tono, i modi, i commenti, i gesti, i sorrisi, fanno tutti parte della comunicazione.
Impariamo per imitazione e quando vediamo che un sistema funziona lo ottimizziamo. Per quanto si possa pensare che i social siano solo una perdita di tempo, ormai sul web si trovano anche cose molto interessanti. Su internet e nei social in particolare oggi troviamo veramente una grande dose di informazioni molto concentrate che ci permettono di imparare in fretta: Divulgatori di vario tipo e settori, audiolibri, ricerche di vari ambiti, tutorial dalla cucina a come costruire un robot… tutte cose che ci passano sotto gli occhi senza nemmeno doverle cercare.
Ma allora perchè non farle bene?
Il pubblico che osserva queste cose lo fa per interesse, ma allora perché non mettere in tavola un pezzo in più e proporgli un sistema di comunicazione?
Col sesso le cose diventano ancora più necessarie perché molte persone oggi, non avendo ricevuto alcuna educazione in merito, non hanno la minima idea di come rapportarsi live, figuriamoci on line.
Sex worker
Lavorare nel campo del sesso è ancora oggi molto complesso nonostante ci sia una grossa ondata di sdoganamento.
Tipicamente se parli di sesso la gente si sente autorizzata a essere o troppo diretta o molto vergognata dalle proprie stesse domande. Chi vive una grande timidezza spesso gira attorno al tema che vuole affrontare, chi invece è molto spigliato spesso è troppo diretto.
In entrambi i casi, secondo me, chi si occupa di sex working ha una sorta di dovere nel portare chi pone la domanda verso una riformulazione per far capire. Per esempio, che uno stesso argomento, anche molto molto spinto, può essere proposto ma con i giusti toni e modi.
Vi faccio un esempio per chiarezza, e qui entriamo nel mondo della comunicazione.
E’ accaduto che qualche tempo fa entrasse nella chat di twitch una persona chiedendo:
“Domanda per la rossa (che sarei io) ti piace prenderlo in culo?”.
La nostra modalità di moderazione è severa, ma cerca di educare chi ci segue. I nostri moderatori hanno infatti chiesto al personaggio in questione di riformulare la domanda chiamandomi per nome e proponendola con toni più seri ed educati. Io non ho risposto finché la domanda non è stata riproposta con serietà.
Ovviamente non tutti siamo disposti a parlare di argomenti personali, e infatti le scelte di risposta possono essere due:
– rispondere dando il contesto personale e quello generale,
– rispondere dando un contesto generale sul sesso anale.
Tutto con grande professionalità e altrettanta educazione.
Tipicamente chi trolla e fa domande dirette sul canale twitch alla fine resta in chat e cambia tono, trovando poi in noi risposte a domande che probabilmente per mancanza di educazione e formazione nessuno gli dava.
Bisogna mantenere molto la calma, soprattutto se arrivano tante persone con questa scarsa educazione. Se ogni volta che qualcuno pone male una domanda, o trolla, o cerca di creare un conflitto, rispondiamo con altrettanto conflitto, come possiamo cambiare il concetto di sex work?
Don’t feel the troll, appartiene già alle linee guida.
Social ed educazione nei social
Come dicevo prima i social sono un mondo complesso per queste cose, anche perché non è così semplice comunicare se il nostro mezzo riduce la nostra conversazione alla sola lettura di parole. Il linguaggio para verbale non esiste, il linguaggio del corpo nemmeno, la comunicazione si riduce all’osso e da via a una serie di fraintendimenti infiniti.
Bisogna anche essere disposti a perderci del tempo. Se l’obbiettivo del nostro lavoro è parlare di sessualità in generale, corpi, nudo, sex work e tutta una serie di argomenti che sono nuovi, in un certo senso, per molta gente, dovremmo anche essere disposti a perdere del tempo e a essere zen e pazienti con chi abbiamo davanti.
Non possiamo pretendere che la gente nel 2021 sia completamente educata, perché il nostro passato più prossimo è ancora figlio di una mancata educazione sessuale e relazionale nelle scuole.
Siamo noi a dover far parte della nuova generazione e della nuova educazione della nuova generazione a creare le linee guida che possano essere di buon esempio.
Il cambiamento è una cosa lentissima, la resistenza al cambiamento è sempre molto alta. Facciamo parte di questo momento storico e dovremmo cercare di essere presenti nell’oggi e nel domani.
Rispondere con aggressività, menefreghismo, dando per scontato che certi argomenti si sappiano, è l’errore più comune che facciamo. Siamo noi stessi a sbagliare a comunicare su temi così delicati che però influenzano la nostra quotidianità.
Etichetta sui social, linee guida
DICK PIC
quando arriva una dick pic le cose da fare potrebbero essere principalmente due:
– bloccare la persona e eliminare la conversazione
– cercare di cambiare la sua modalità di moderazione.
Nel primo caso è tutto molto facile, nel secondo caso bisogna perderci del tempo chiedendo il perché ci si comporta così e cercare di sviscerare il tema. Bisogna però essere disposti a farlo e a perdere del tempo in una cosa che ha un ritorno molto lento.
MANTENERE LA CALMA
Non è per nulla semplice, soprattutto quando la gente poco educata che ci scrive è numerosa. Agitarsi non porta a nulla perché ci spinge a comunicare in maniera diretta e di pancia, senza altrettanta riflessione da parte nostra.
TONO DI VOCE
Il tono di voce, anche mentre stiamo scrivendo, necessita di controllo. Rispondere con cortesia è una delle cose più spiazzanti. Nessuno oggi si aspetta una risposta garbata e questa destabilizzazione fa si che l’interlocutore debba rispondere con un tono molto simile al nostro. Quando spiazziamo attraverso il garbo la gente tende ad adeguarsi a noi.
VIDEO E STORIE SUI SOCIAL
Il tono è importantissimo anche in casi in cui stiamo facendo un video per IG ad esempio.
Se il tema è generale immagino che mediamente i toni siano tranquilli, ma spesso vedo che vengono tirati su flame legati a persone che scrivono in DM comportandosi male. Se rispondiamo con un video per annunciare al mondo che la persona X ha avuto un atteggiamento sbagliato, ma non comunichiamo con quella persona o lo facciamo aggredendola, non portiamo a casa nulla.
E’ questo il punto, cosa vogliamo trarre da una data situazione? Vogliamo che questa persona smetta? Vogliamo educarla, cambiarla? Ha davvero senso dargli adito? Siamo davvero disposti a dedicargli del tempo? Perchè facciamo un flame?
Utilizzare la propria capacità, il proprio campo di studi e interesse, la propria conoscenza per portare il tema del sesso all’attenzione di tutti è forse più importante che dare adito a chi si comporta male e non vuole trarre in alcun modo qualcosa di buono da noi. Non è solo una questione di educazione.
E’ DAVVERO IMPOSSIBILE DARE DELLE LINEE GUIDA ESAUSTIVE
Perché come dicevo prima ogni caso, ogni profilo, ogni interlocutore è un caso a se, come anche il nostro modo di parlare di sesso. Io ho adottato una strategia che funziona molto, ma deriva molto anche dalla mia personalità, dal mio carattere, dal mio modo di vivere e mostrare la mia sessualità e parlarne.
D’altro canto è un tema che mi tocca molto perché penso che oggi ci sia bisogno di parlare di sessualità e di desideri; trovo che i social in questo caso stiano muovendo dei passi grandissimi perché sono dei potenti mezzi di comunicazione.
I can help you?
Mi piacerebbe poter aiutare chi parla di sesso, chi si occupa di divulgazione e chi fa sex working sotto qualsiasi forma, a trovare una linea comunicativa e un tono di voce adatto, persuasivo ma allo stesso tempo diretto.
Oggi nella società del visivo si è forse perso questo importantissimo focus, motivo per cui mi piacerebbe essere utile nella forma comunicativa.
Nasco nel campo dell’arte e del design, ho lavorato nel campo della comunicazione e della UX, portare le mie competenze con campo del sesso penso sia oggi un ottimo modo per poter far parte del cambiamento. Essendo impossibile creare delle linee guida uniche e perfette per chiunque mi rendo disponibile per chi vuole mettersi in gioco.
Sapete dove trovarmi!