Quando sono stata contattata per partecipare come speaker al TEDx L’Aquila ero un po’ titubante. Cosa avrei potuto dire io? Io che parlo di sesso, di sessualità kinky, io che insegno bondage.
Stavo facendo un errore, l’errore comune di chi crede ancora che noi divulgatrici e divulgatori in campo sessuale non possiamo dare nulla alla società. Avevo forse solo un po’ paura, paura di non saper parlare su un palco, paura di non sapere cosa dire, paura di non sapere come esporlo.
La paura però è fondamentale, è il carburante che ci spinge l’adrenalina in corpo e che alla fine mi ha fatto salire su quel palco, con tanta gente a guardarmi e con un video su youtube.
Cosa è un TEDx?
TED (Technology Entertainment Design) è una serie di conferenze, chiamate anche TED talks, gestite dall’organizzazione privata non-profit statunitense. I TEDx sono conferenze organizzate in maniera indipendente ma su approvazione di TED.com purché vengano rispettate determinate condizioni.
Tra gli speaker più celebri, TED ha ospitato l’ex presidente degli USA Bill Clinton, il Premio Nobel James Dewey Watson, il fisico Murray Gell-Mann, il cofondatore di Wikipedia Jimmy Wales, i cofondatori di Google Sergey Brin e Larry Page e il fondatore di Microsoft Bill Gates.
Insomma, è una cosa che ti fa tremare le gambe e venire il mal di stomaco anche qualche settimana prima, soprattutto quando fino al giorno prima stai solo su IG, su un blog e Twitch.
Quindi alla fine com’è andata?
Dopo aver detto sì mi sono bloccata. Avevo molto tempo prima del grande evento e solo quando sono arrivati tutti i documenti via mail ho davvero realizzato cosa avrei fatto!
Palco, disco rosso, logo rosso erano li ad aspettarmi, esattamente a L’Aquila, città che anno dopo anno si riprende da un disastro enorme che resterà nella memoria di tutti: il terremoto del 6 aprile 2009.
Il tema di questo TEDx era CONTATTO e come sempre era a libera interpretazione di ogni speaker.
Eravamo 12 ad alternarci dalle 10 del mattino alle 17 del pomeriggio. 12 personalità differenti, con lavori differenti e background diversissimi. Il valore più grosso che ho portato con me è stato conoscere le altre 11 persone che hanno dato voce a una loro idea di contatto spesso correlata a ciò per cui divulgano, lavorano, studiano.
L’organizzazione è stata impeccabile, sapendo quanto è difficile organizzare eventi con una tale portata, è stato sorprendente vedere tutte le persone che hanno collaborato per un evento che è conosciuto in tutto il mondo e che tocca i palchi di New York, Gerusalemme, Tokyo, Parigi.
Insieme al me al TEDx L’Aquila
Ad aprire l’evento c’era il Prof. Alessandro Bertirotti che ha parlato del contatto attraverso le neuroscienze; (in ordine casuale) Nicola Guglielmi Direttore Dipartimento di Matematica GSSI che ha parlato di come funzionano gli algoritmi che ci mettono in contatto sui social. Alessandro Mazzù esperto marketing che ci ha raccontato il valore della voce; Alex Mucci, influencer e sexworker, che ha parlato di come durante il lockdown la gente abbia vissuto la sessualità; Luca Pezzuto Docente di storia dell’arte moderna UNIVAQ, che ha parlato di una bellissima lettera di Michelangelo; Valeria Montebello, giornalista e scrittrice, che ha raccontato la sua esperienza con il mondo INCEL; Giovanni Matiazzo, formatore, che ha spiegato il contatto attraverso i sensi e del loro valore; Don Luigi Maria Epicoco. Presbitero, teologo e scrittore, che ha parlato di fede, di contatto e paura del contatto; Casadilego, cantante, che ha parlato della voce e della forza del contatto attraverso al voce; Laura De Paolis, tatuatrice, che ci ha parlato di segno e valore di un senso; Antonia Monopoli, Attivista, peer educator, attrice e scrittrice, che ha parlato della sua esperienza durante il lockdown con persone in transizione; a chiudere c’ero io che ho parlato del contatto col proprio corpo.
Trovate tutti i nostri talk a questo link.
Cosa racconta il mio TEDx?
Il mio TEDx parla di me, non per egocentrismo o egoismo, ma perché è l’unico mezzo che ho per raccontare del contatto. Ecco perché ho scelto di parlare del corpo e di come attraverso il contatto e il non contatto possiamo vivere uno storytelling, ho parlato di bondage, quindi di corda, costrizione e sofferenza, di danza, di Giappone e di pelle.
Ho raccontato del bondage perché per me, insieme alla danza, ha segnato un grosso punto che sicuramente ha creato contatto con il mio corpo, con la mia intimità e la mia esteriorità, col valore che do al mio corpo e al mantenimento di questo.
La mia esperienza da ragazza siciliana ha fatto un po’ sorridere, ma non potevo omettere che personalmente non amo il contatto fisico.
Ho parlato di storytelling perché attraverso la nostra sessualità viviamo delle piccole storie, mettiamo in scena le nostre fantasie e creiamo un contatto con noi stessi, con la nostra esplorazione e col contatto con l’altra, o le altre, persone. Sottolineando l’importanza della fantasia e di come dovremmo tenercela stretta e non censurarla.
Non potevo saltare il discorso sulla sofferenza, perché è un ottimo modo per sentire non solo il nostro corpo, ma per sentire anche il mondo esterno. Proprio per questo dovremmo allontanarla, non dovremmo scappare, dovremmo assorbirla e farla nostra. Dovremmo non confonderla con i fastidi, che non sono per nulla paragonabili invece.
Inutile che io vi dica di più perché non saprei scrivere ciò che ho detto ha parole, vi lascio con il video completo, invitandovi a seguire le altre 11 persone che hanno vissuto questa esperienza con me.
Grazie mille TEDx L’Aquila.
Grazie mille Fede, Stefano, Jack, Cryppy, Sonia e Dani. Il mio piccolo team per questo TEDx.