Oggi riuscire ad avere dimestichezza con orientamento, genere, identità ed espressione di genere non è facile per chiunque.
In generale essere persone flessibili è la chiave per capire il più possibile e per adeguarsi ai costanti cambiamenti che avvengono nelle singole definizioni. Credo che ci saranno ancora molti cambiamenti ancora in ciò che definiamo espressione di genere o identità, e questo è molto interessante perché significa che noi esseri umani siamo dinamici.
C’è un però… ovvero che non molta gente è in grado di distinguere cosa sia l’uno e cosa sia l’altro. Io stessa fino a qualche tempo fa avevo una grande confusione in testa sui termini come sulla mia identità.
Il sesso in parte mi definisce, come mi definisce il mio pensiero, il mio modo di esprimermi ecc.
Facciamo quindi un po’ di chiarezza, con la clausola che probabilmente articoli come questo probabilmente dovranno essere costantemente aggiornati.
Sesso biologico
È l’esito dell’iterazione dei fattori genetici, ormonali, cromosomici, morfologici, biochimici, gonadici e anatomici. Tutti loro influiscono in maniera determinante sulla nostra fisiologia e sul cervello.
Tipicamente viene assegnato alla nascita con un esame visivo: pene uguale maschio, vagina uguale femmina.
C’è una piccola parte di popolazione (circa l’1,7%) che viene definita intersessuale, ovvero con caratteristiche biologiche di entrambi i sessi, sono persone identificate come intersessuali.
Potrebbero avere gli organi riproduttivi di entrambi i sessi o altre caratteristiche come l’assenza parziale del cromosoma X (sindrome di Turner), è molto frequente l’insufficienza ovarica ad esempio, con il mancato sviluppo del seno. Altra caratteristica potrebbe essere invece un cromosoma X supplementare (XXY)(sindrome di Klinefelter), è frequente che ci siano anomalia a livello dei testicoli e caratteristiche somatiche tipicamente identificate come femminili, ad esempio i fianchi larghi.
Identità di genere
Per molte persone l’identità di genere corrisponde al sesso biologico (chi ha il pene si identifica come maschio, chi ha la vagina come femmina).
L’identità di genere è influenzata dalla cultura, dalla biologia, da aspetti psicologici.
Verso i 3 anni, pare che i bambini si autodefiniscono come maschi e femmine, capendo che col tempo diventeranno poi uomini e donne. Intorno ai 7 anni capiscono che il genere non è strettamente legato ne al modo di comportarsi ne a caratteristiche esteriori. In questa età iniziano ad avere infatti varianti di comportamento (in particolare accade nell’abbigliamento e poi nell’atteggiamento).
È il momento in cui alcuni genitori si allarmano perché non vedono comportamenti standard e definiti culturalmente come maschili e femminili. In questo momento della vita di un bambino, che presto sarà adolescente, nascono interessi e preferenze e i genitori potrebbero influire in questo (spesso negativamente).
In realtà avere atteggiamenti non conformi a ciò che identifichiamo come maschile e come femminili è normalissimo e non identifica le preferenze sessuali di una persona.
Chi si identifica nel proprio sesso biologico viene definito cisgender o cisessuali, dal latino al di qua.
Chi valica aspettative sociali e di genere viene definito transgenfer, dal latino al di la.
Ci sono poi le persone che si identificano come genderfluid, ovvero chi oscilla variando nel tempo, chi si definisce agender, ovvero chi non si identifica in nessun genere, chi si identifica in pangender, ovvero chi si riconosce con qualsiasi genere.
Si parla di disforia di genere quando una persona prova sofferenza nel non identificarsi con il proprio sesso biologico.
Espressione di genere
È il modo in cui una persona si esprime, comunica e mostra la propria femminilità o mascolinità. L’espressione di genere è legata all’apparenza, al comportamento, all’abbigliamento, all’atteggiamento.
La società in cui cresciamo influenza molto la nostra espressione, la influenza nel genere come in moltissime altre cose slegate. Interiorizziamo i messaggi, le credenze, i modi fi fare e di dire, di vestirci. Lo fa la famiglia in primis, la scuola, i social, i coetanei.
L’espressione di genere si forma in maniera inconscia, per lo meno in una prima fase. In una seconda, per molte persone, inizia a diventare sempre più personale e identificativa.
C’è chi poi ha un’espressione di genere congrua al proprio sesso biologico, espressione che per ogni società ha delle caratteristiche precise. C’è chi invece diverge! Queste persone sono definite gender bender, o non conforming. Rientrano le Drag queen e i Drag King, ovvero persone che spesso lavorano nel mondo dello spettacolo portando sul palco il genere opposto.
I cross dresser sono invece coloro che indossano anche nella vita quotidiana e/o privata abiti del sesso opposto. È una cosa molto più diffusa tra gli uomini.
Orientamento sessuale
Qui entrano in ballo molti fattori: emotivi, sessuali, relazionali. Questi determinano l’interesse di una persona verso un’altra dello stesso sesso biologico o del sesso opposto.
È impossibile riuscire a scrivere e descrivere tutti gli orientamenti sessuali possibili, anche perché molta gente afferma di cambiare il proprio orientamento più volte nell’arco della vita. Alcune persone addirittura non trovano un collocamento preciso nelle moltissime etichette che ad oggi esistono.
Sono stati fatti moltissimo modelli e grafici per poter permettere alla gente di trovare il proprio orientamento, ma io stessa sono dell’idea che in questo caso la flessibilità vince e se un giorno posso affermare di essere eterosessuale, posso anche un giorno cambiare ed essere lesbica.
A influire su l’orientamento ci sono molte cose tra cui: attrazione puramente sessuale, quella romantica, le fantasie, i comportamenti, gli atteggiamenti, la cultura, la propria percezione del se…
Per quanto riguarda lo sviluppo dell’orientamento sessuale, l’adolescenza è sicuramente un momento di inizio di esplorazione sempre più consapevole (si spera). È il momento in cui ci si slega un po’ dalla famiglia, ci si crea come persone, si esplora il modo e il mondo del sesso.
Nel momento dell’adolescenza, insieme allo sviluppo e la scoperta della persona, c’è anche la scoperta della famiglia legata al proprio orientamento. In molti casi tutto fila liscio, in altri c’è un continuo nascondersi, in altri spesso le cose non vanno affatto bene. Con conseguenze per nulla rosee.
Ci si sente sbagliati, diversi, si teme il giudizio, si finge… con conseguenze molto negative anche a volte portano alla depressione.
Coming out e Outing
Coming out, dall’inglese coming out of the closet, significa uscire dall’armadio, venire allo scoperto. È una scelta che fa la persona che vuole dichiararsi agli altri.
L’outing fa invece riferimento a chi rivela l’omosessualità altrui a terze persone, senza il consenso.
Spero che questo rapito testo sia stato utile per capire un po’ di più cosa siano orientamento, genere, identità ed espressione di genere. Il discorso è molto più ampio di questo, ma presto approfondiremo anche tutto l’aspetto legato a disforia, associazioni di vario tipo, centri di aiuto e realtà varie.