Cerca di attirarlo a sé ma lui si rifiuta, è una scena topica del film, restituisce tutto ciò che sarebbe già dovuto accadere e accadrà poi, contorcendosi su se stesso. Lei è nuda, in campo aperto, solo un telo le copre le spalle e i fianchi per ripararsi dal vento notturno. Lui le gira le spalle e se ne va, ma la ‘sente’ pulsare, nuda vera autentica territoriale autoritaria e con ardore sdolcinato: le gocce la bagnano, le scendono in un rivolo d’amore tra le gambe, sui piedi, mentre avanza e lo pretende. E lo ottiene.
Con questa scena, Holy Smoke (1999, con Kate Winslet e Harvey Keitel) probabilmente rappresenta la miglior scena bagnata possibile della storia del cinema. Dentro un universo narrativo fatto di amore e passione, di verità totale, nuda e senza oscenità. Ma quelli dell’Academy non hanno fatti i conti con la memoria storica degli ‘appassionati’ e noi di PlugTheFun siamo qui a ricordarglielo proprio in occasione della 95a notte degli Oscar. E’ nutrita la serie di episodi ‘a tinte gialle’ nel panorama cinematografico americano (e non), proporre qui una mera listadelfeticista non avrebbe senso. D’accordo il binge-watcher del pissing pretenderebbe di passare almeno una notte intera a leccarsi le dita dal godimento ma (con la promessa di approfondire su richiesta) ecco un breve excursus degli episodi meglio rappresentativi.
Per restare in tema di Academy, con Babylon (2022) assistiamo al pissing di una giovane ragazza su un attore (non sveliamo ulteriori dettagli per non incrinare le possibilità di vincita alla sezione migliori costumi ‘bagnati’!). Se amiamo il cinema giapponese, con un salto nei 60s possiamo invece assistere a scene pubbliche in cui la minzione è essenziale e necessaria, oltre che artistica (1969, Still from Funeral Parade of Roses). Stanchi di andare a scovare scene di pochi secondi in cui la rappresentazione del pissing è un qualcosa da relegare in un angolino e tenere nascosto? Sdoganiamo una volta per tutte la questione: Piss Off X (2021). Questo documentario esplora il feticismo del piss-play dal punto di vista di un millennial gay, che lo pratica anche come forma d’arte.

Al centro, un’antica questione che risale ai tempi dell’antica Grecia, viaggiando attraverso il rinascimento, toccando anche il burlesque, Eakins, Manet e Mapplethorpe: pornografia o arte rivoluzionaria? A Berlino ci sono varie feste ‘a tema’ ma nessuna a quanto pare ha ancora ispirato una sceneggiatura davvero ‘impregnata’, eppure ormai il kinky è stato ampiamente sdoganato come bersi un bicchier d’acqua al bar senza doverlo pagare.
You (2023, stagione 4) è appena andata in onda su una piattaforma streaming e ha sollevato una questione in realtà presente nella sfera del piss-play sin dagli albori: come far conciliare l’impulso con una stretta relazione sentimentale? In questo caso il ragazzo vedrebbe come ideale ricevente possibile solo una ragazza dall’attitudine alla sottomissione. Peccato che la relazione in moto non corrisponda a questa dinamica, e lui riesca a percepire la sua ragazza solo come dominante. Questo inevitabilmente creerà una frattura.
Qual è quindi la situa nel 2023? A tutti gli effetti siamo circondati da un panorama ‘bagnato’ condivisibile e accettabile sotto molteplici sfumature, al di fuori della pornografia il tema è sempre più presente. Ma? Possiamo altrettanto dirlo per la rappresentazione? Sembra che se ne possa ampiamente parlare, ma sempre meno mostrare, se non con ironia. Perché? La censura della mente sta ancora vincendo e di fatto censura sempre più il visibile e il tangibile. Come a voler dire: ‘ok, ora ne possiamo parlare, siamo inclusivi e aperti a qualunque fetish nel rispetto dei desideri di ogni individuo, però dai è pur sempre qualcosa da tenere in un cassetto’. E ora due titoli bomba per palati raffinati: Fight Club (1999) con Brad Pitt che se lo tira fuori (ahinoi senza mostrarcelo) in un atto probabilmente molto comune (pisciare nel service-catering da bravo cameriere). Buffalo 66 (1998) con Vincent Gallo esagitato, impossibilitato a urinare per minuti e ore a causa di una serie di disavventure iconiche, fino a quando finalmente, sotto gli occhi dolci e sbigottiti della sua compagna (Christina Ricci), non si lascia andare nella più classica delle espletazioni: la pisciatina liberatoria in piedi, sul verde, con la macchina accostata. Per approfondimenti e richieste (per una seconda o terza parte), sapete cosa fare.